Per la morte di Ivan Alexandru, il 14enne ucciso nella notte tra il 12 e il 13 gennaio nel parcheggio della fermata della metro C nella periferia di Roma, è stato fermato un ragazzo accusato di essere a bordo dell’auto da cui sono partiti i colpi d’arma da fuoco. Si tratta di un 24enne che si è presentato nella serata di domenica 14 gennaio in caserma accompagnato da due avvocati. Il fermo, dopo l’interrogatorio, è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Frascati. Al 24enne, originario dell’est d’Europa, le forze dell’ordine sono arrivati grazie alle indagini della Procura di Velletri, da cui è emerso che nell’auto erano presenti in totale 4 persone.

A quanto ricostruito dagli investigatori, il fermato non era presente nel bar di via Casilina al momento della lite tra il compagno della madre di Alex e un altro ragazzo, ma con lui avrebbe avuto i contatti telefonici per fissare l’appuntamento “chiarificatore”. Nelle 48 ore successive al delitto, le indagini, attraverso interrogatori e analisi dei sistemi di videosorveglianza, hanno consentito di ricostruire quanto accaduto nelle ultime ore di vita della giovane vittima. Uno dei ragazzi coinvolti nell’omicidio è stato identificato e ricercato sin dai momenti immediatamente successivi all’omicidio, ma risulta irreperibile. Le indagini sono ancora in corso.

Sui progressi nelle indagini si è espresso anche Francesco Ferri, sindaco di Monte Compatri: “Accogliamo con soddisfazione i recenti sviluppi delle indagini successive alla morte del 14enne Ivan avvenuta venerdì notte. Il Sindaco e la struttura comunale hanno collaborato e sono a disposizione delle autorità che lavorano al caso per fare piena luce sull’accaduto, mettendo sin da subito a disposizione le riprese effettuate dal sistema di videosorveglianza comunale”. Nel frattempo oggi ricominciano le lezioni alla Scuola media “Domenico Savo”, frequentata da Ivan e in lutto per la sua morte. “La comunità scolastica è senza parole. Siamo meravigliati da quanto è accaduto. Sicuramente un ragazzo così giovane non doveva stare in quel posto a quell’ora”, dice Paola Uncinotti, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Via Casale del Finocchio. “Era un bel ragazzo, la famiglia lo seguiva. Un ragazzo come tanti altri dell’istituto. Se c’erano stati problemi? Che noi sappiamo no. Ovviamente la scuola fa molti progetti per il recupero dei ragazzi, dato che molti vengono da famiglie straniere, ma non ci sono state problematiche con la famiglia. Adesso programmeremo un incontro con lo psicologo per monitorare la reazione della classe. Come dicevo siamo tutti senza parole”.

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