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Ultimo aggiornamento: 16:31 del 18 Novembre 2023

Bindi a La7: “Dal governo volgari insulti contro i lavoratori. Salvini? Un semi-sovrano autoritario che non sa la Costituzione”. E loda Schlein

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Lo sciopero di venerdì 17 novembre? È un sacrosanto diritto esercitato dai lavoratori. Questo governo insulta i lavoratori, anche in maniera volgare, dimostrando ancora una volta che non conosce la nostra Carta costituzionale. Stanno sostituendo quello che Dossetti chiamava ‘patriottismo costituzionale’ con una forma di sovranismo-autoritarismo-populismo“. Sono le parole pronunciate a Tagadà (La7) da Rosy Bindi, che aggiunge: “Tra l’occupazione della Rai, il decreto Cutro, il decreto sui rave party, l’atteggiamento nei confronti della povera gente e la debolezza nei riguardi dei poteri forti, siamo di fronte a un governo che ignora i contenuti del costituzionalismo liberale e solidale. E vuole anche rompere il vincolo di solidarietà tra i lavoratori perché chiaramente gli fa paura. Questo fa sempre paura al sovrano che vuole addomesticare il suo popolo“.

E spiega: “Naturalmente in questo momento il sovrano è Giorgia Meloni, che è aiutata da semi-sovrani come Salvini col quale non va molto d’accordo e quindi i due sono costretti a sommare le loro pulsioni da una parte e dall’altra perché questo è l’unico modo per poter convivere. Tutto questo – prosegue – va collegato alle riforme della Costituzione, all’autonomia differenziata, al premierato. Loro illudono il popolo dicendo che lo rendono sovrano e facendogli eleggere il presidente del Consiglio, ma in realtà quello che a loro sta a cuore è forgiare il popolo in modo che il sovrano non sia disturbato“.

Bindi, infine, applaude il rifiuto della segretaria del Pd Elly Schlein all’invito di Giorgia Meloni ad Atreju: “Ha fatto bene, soprattutto per la motivazione che ha portato: il confronto col presidente del Consiglio si fa in Parlamento. E non si contano nemmeno le volte in cui Giorgia Meloni si è sottratta al confronto – chiosa – penso all’accordo con l’Albania, all’autonomia differenziata, al reddito di cittadinanza. Non è che tu non dialoghi come presidente del Consiglio con il Parlamento e poi da capo di partito vuoi dimostrarti persona aperta. No, a questo gioco non ci si presta”.

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