La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio colposo per la morte di Anila Grishaj, l’operaia di 26 anni morta schiacciata da un macchinario per l’imballaggio martedì 14 novembre. L’ipotesi è che dietro l’incidente nella ditta di surgelati Bocon a Pieve di Soligo ci possa essere l’errore umano. Lo rende noto l’Ansa citando fonti investigative secondo le quali il meccanismo che ha provocato il trauma mortale per la ragazza sarebbe stato azionato inavvertitamente da un collega della vittima, ora indagato. Grishaj è deceduta dopo che è rimasta incastrata con la testa in un apparecchio per l’imballaggio appena acquistato, morendo per la compressione del capo all’interno della macchina che le ha schiacciato le vertebre cervicali.

Il macchinario è stato sequestrato e la dinamica dell’incidente è al vaglio dei carabinieri e del Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro (Spisal), che in mattinata ha effettuato una seconda ispezione. Intanto dopo le tensioni al di fuori dell’azienda nella serata di martedì, che hanno visto i familiari della vittima allontanati dalle autorità perché eccessivamente agitati, le organizzazioni sindacali hanno organizzato un sit-in all’esterno dello stabilimento insieme ad alcuni dipendenti.

Le attività produttive della Bocon sono riprese regolarmente, ma l’intenzione dei sindacati è di chiedere un’assemblea per affrontare nuovamente il tema della sicurezza sul lavoro. A questo proposito le senatrici del Partito Democratico Susanna Camusso e Cristina Tajani hanno annunciato un sopralluogo per effettuare incontri in materia di sicurezza e “indagare sui ripetuti incidenti sul lavoro nella regione”, che nei primi otto mesi del 2023 secondo i dati Inail ha registrato 60 morti bianche, di cui 45 avvenute sul luogo di lavoro e 15 in itinere.

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