Il valico di frontiera di Rafah tra Gaza e l’Egitto “sarà aperto” per gli aiuti umanitari nella Striscia, come chiedeva l’Egitto per sbloccare l’uscita di circa 500 americani: lo ha detto il segretario di stato Usa Antony Blinken partendo dal Cairo. “Stiamo mettendo in atto con le Nazioni Unite, con l’Egitto, con Israele e con altri il meccanismo attraverso il quale ottenere assistenza e portarla alle persone che ne hanno bisogno”, ha detto ai giornalisti. Così si blocca lo stallo sul valico di Rafah, la porta per i gazawi verso il deserto del Sinai. Un passaggio che, con il totale blocco di Tel Aviv sulla Striscia, ha assunto un ruolo strategico di prim’ordine: è da qui che possono passare gli aiuti per una popolazione ridotta già allo stremo, è da qui che i Paesi non coinvolti nel conflitto aspirano a far passare i propri concittadini. È da qui che, su richiesta di Tel Aviv, dovrebbero fuggire i civili assediati dai raid dello ‘Stato ebraico’: ma questa è un’altra partita.

Gli americani e i francesi chiedevano l’apertura del varco di frontiera per far evacuare i propri connazionali. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, però, non ha ceduto, chiedendo in cambio di poter usare il valico per inviare, nell’altro senso, aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, che invece Israele ha deciso di isolare totalmente. Così, nella giornata di sabato il dialogo con Washington per evacuare gli oltre 500 cittadini americani ancora a Gaza si è arenato. L’Egitto ha spiegato che avrebbe dato l’ok alla loro entrata nella Penisola del Sinai solo se gli aiuti umanitari potranno passare nella direzione opposta. Tre dirigenti egiziani hanno affermato che nessuno straniero sarà ammesso nel loro Paese se non saranno rispettate queste condizioni: “Non possiamo consentire l’uscita di pochi stranieri e non permettere l’ingresso di aiuti umanitari per i palestinesi che rimarranno bloccati lì”.

Una situazione simile a quella che coinvolge i cittadini francesi. L’Eliseo si è rivolto direttamente a Israele ed Egitto per chiedere l’apertura di un corridoio umanitario che permetta il passaggio dei loro cittadini attraverso il valico. Emmanuel Macron, fa sapere la presidenza, ha moltiplicato gli scambi di vedute con leader di molti Paesi. Turchia ed Egitto, però, hanno avanzato richieste precise prima di dare l’ok allo sblocco del valico: Israele deve facilitare il transito di aiuti umanitari e rispettare il diritto internazionale, come ha spiegato il ministro degli Esteri di Ankara, Hakan Fidan, in una conferenza stampa congiunta con la controparte egiziana, Sameh Shoukry. Nella stessa conferenza hanno denunciato le azioni israeliane come “una grave violazione del diritto umanitario internazionale”. Poi è arrivata la visita di Blinken al Cairo, che ha sbloccato la situazione accogliendo le richieste egiziane.

Come detto, però, su al-Sisi esercitano pressione anche le fazioni palestinesi della Striscia di Gaza, per far defluire i civili in fuga dai bombardamenti. Ci sono stati diversi appelli delle varie fazioni attive nella Striscia, contrariamente a quanto dichiarato dalle forze di sicurezza israeliane che riferivano di un blocco ai flussi imposto da Hamas. I gruppi hanno chiesto ad al-Sisi di agire con urgenza per aprire il valico, evacuare feriti e fornire aiuto umanitario, secondo quanto scritto da Haaretz che riporta le dichiarazioni del portavoce del ministero della sanità di Hamas, Asraf el-Qudra. Il generale egiziano però al momento non ha aperto ai civili, perché teme una crisi umanitaria sul suo territorio, con milioni di persone pronte a lasciare le proprie case in cerca di un luogo sicuro.

Twitter: @GianniRosini

Aggiornato da redazione alle ore 19

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