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Dal Fondo monetario internazionale la solita raccomandazione: “Italia riduca il debito e faccia le riforme strutturali”

Dal Fondo monetario internazionale la solita raccomandazione: “Italia riduca il debito e faccia le riforme strutturali”
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Il Fondo monetario internazionale chiede al governo italiano uno sforzo maggiore sui conti pubblici. Che novità, viene spontaneo da dire. Nella conferenza stampa al meeting di Marrakech il responsabile del dipartimento di bilancio Vitor Gaspar ha sottolineato che “servono ambizioni aggiuntive in termini di aggiustamento dei conti pubblici in un contesto di rafforzamento degli obiettivi che il governo ha in questo ambito”. Per Gaspar “il debito pubblico calerà ma molto lentamente e ben al di sopra del livello pre-pandemico”. Per far scendere il rapporto debito/pil vi sono “due elementi cruciali, riforme strutturali (vaga formula che di solito si declina in leggi che semplificano i licenziamenti e/o riducono le spese per il welfare, ndr) allo scopo di aumentare il potenziale di crescita potenziale” e obiettivi più ambiziosi. Ieri il Fondo monetario ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita economica italiana del 2023 e del 2024.

Nel frattempo il debito pubblico mondiale continua a crescere e alla fine del 2030, se continuerà a salire agli attuali tassi, eguaglierà il Pil globale. Nel fiscal monitor il Fondo Monetario sottolinea come stia salendo anche la spesa per interessi. “Per tutti i paesi – spiega Gaspar – è divenuto difficile bilanciare le finanze pubbliche visto che è cresciuta la domanda per la spesa pubblica e le aspettative su cosa lo stato può e dovrebbe fare”.

“Speriamo che i paesi dell’Ue raggiungano presto un consenso sulla riforma del patto di stabilità e crescita perché questo darebbe una forte stabilità all’Unione”, dice Gaspar- “Siamo a favore di un ritorno delle regole” e “crediamo che dalla Commissione sia arrivata una proposta costruttiva che tiene conto degli elementi specifici di ogni paese basata sull’analisi della sostenibilità del debito d enfatizzando anche il percorso della spesa pubblico e i target operativi” da raggiungere.

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