Un incontro difficile, una soluzione quasi impossibile. È questo il clima tra governo e opposizione alla vigilia del vertice di domani – convocazione fissata alle 17 a Palazzo Chigi – sul salario minimo. Mercoledì infatti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel suo video “gli appunti di Giorgia”, ha annunciato di non voler accogliere la proposta delle opposizioni di un salario minimo a 9 euro l’ora perché sarebbe “controproducente”. Provocando la reazione dei leader dell’opposizione che si sono chiesti quanto sia utile partecipare a un vertice in cui il governo non manifesta volontà di dialogo.

Ma i leader dell’opposizione si presenteranno lo stesso per non essere accusati di far saltare il tavolo. Così da una parte Meloni sarà affiancata dai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, dalla ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone e dai sottosegretari Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. Dall’altra invece per il Pd ci sarà Elly Schlein e la responsabile Lavoro Maria Cecilia Guerra, per il M5S Giuseppe Conte e l’ex ministra Nunzia Catalfo, con il segretario di Azione Carlo Calenda il capogruppo alla Camera Matteo Richetti, mentre per Europa Verde e Sinistra Italia Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni e per Più Europa il segretario Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova. Assente invece Italia Viva di Matteo Renzi che non è d’accordo con la legge.

Durante l’incontro Meloni ascolterà i leader delle opposizioni dicendo che il tema del lavoro povero le “sta a cuore”, ma un punto di caduta sembra improbabile. Di fronte alla proposta delle opposizioni di istituire per legge un salario minimo di 9 euro, Meloni ha già fatto sapere di essere nettamente contraria. Nel video pubblicato lunedì ha detto che stabilire il salario minimo rischierebbe di “peggiorare le retribuzioni” perché la nuova soglia potrebbe essere “sotto il minimo contrattuale” e quindi “diventare un parametro sostitutivo che peggiorerebbe i salari”.

Nel merito, Meloni crede che istituire un salario minimo per legge possa trasformarsi in un boomerang e che costituisca un precedente pericoloso: un altro governo potrebbe decidere di abbassarlo rispetto alla soglia di 9 euro, dice un esponente ai vertici di Fratelli d’Italia. Inoltre, politicamente, la premier non vuole concedere una vittoria così netta alle opposizioni che si sono intestate questa battaglia.

D’altronde il governo sta facendo di tutto per far sapere alle opposizioni di essere contrario al salario minimo. Il sottosegretario al Lavoro della Lega Claudio Durigon ha detto all’Huffington Post che il salario minimo “non si farà” perché rischia di portare al ribasso le retribuzioni e annunciando proposte contro i contratti pirata. A Durigon ha risposto la 5 Stelle Catalfo secondo cui le idee di Durigon sono “preoccupanti”, dimostrando di “non aver letto la proposta di legge” delle opposizioni: “Speriamo che ci sia una vera disponibilità all’ascolto”, ha detto l’ex ministra del Lavoro.

Se venerdì l’incontro rischia di finire in un nulla di fatto, il governo sta studiando una risposta a settembre. La ministra del Lavoro Calderone e i responsabili del dipartimento Welfare di Fratelli d’Italia, Walter Rizzetto e Marta Schifone, stanno preparando un disegno di legge insieme alla Cisl da approvare a settembre (dopo un confronto con i sindacati) che preveda l’estensione della contrattazione collettiva, norme contro i contratti pirata e lavoro nero e contro i subappalti. Un modo per chiudere la porta al salario minimo per legge.

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