Scendono ancora i consumi degli italiani, alle prese con salari fermi al palo e prezzi che salgono. I dati Istat sulle vendite al dettaglio di giugno fotografano esattamente questo fenomeno, si spende di più ma per comprare di meno. Nel confronto con un anno fa le vendite aumentano del 3,6% in valore ma registrano un calo in volume del 3,5%. Rispetto allo scorso maggio si registra una flessione sia in valore (- 0,3%) che in quantità (-0,7%), soprattutto a causa dei minori acquisti di beni non alimentari. Scendono persino gli acquisti di beni alimentari (- 0,2%). Rispetto ad un anno fa salgono gli incassi di tutte le tipologie di punti vendita.

Ma mentre la grande distribuzione resgistra un incremento del fatturato del 6,8%, i piccoli negozi si fermano a + 1,2%. Come comprensibile, in una fase di difficoltà per i bilanci familiari, crescono più di tutti gli acquisti negli hard discount (+ 9,4%) che vendono a costi più convenienti. In calo gli acquisti on line (- 3,6%). Quanto alle varie tipologie di prodotti, su base annua è salita del 9,1% la spesa per i prodotti per la cura della persona. Una categoria con un dato superiore a quello dell’inflazione. Leggere flessioni anche in valore per vestiti e scarpe. Calo più deciso per gli elettrodomestici. “Nonostante la crescita dei prezzi stia rallentando, i consumi continuano a rimanere in terreno negativo”. Commenta così i dati Istat il presidente di Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli, manifestando preoccupazione. “La distribuzione moderna sta collaborando con il governo sul progetto di un ‘Trimestre anti-inflazione”, prosegue Buttarelli che “conferma la volontà di continuare nella collaborazione” anche se “ancora una volta l’industria di trasformazione si dichiara indisponibile a sottoscrivere l’accordo”.

La spesa degli italiani aumenta mentre i consumi calano: l’inflazione continua a mantenersi su livelli elevati erodendo sempre più il potere d’acquisto delle famiglie. Così l’ufficio economico di Confesercenti in una nota commenta i dati Istat segnalando “uno scenario negativo che si protrae da più di un anno, e che pesa soprattutto sui negozi che, secondo le nostre stime, hanno registrato un crollo del volume di vendita del -6% nei primi sei mesi dell’anno”. I dati sulle vendite al dettaglio sono disastrosi, secondo le associazioni dei consumatori. Assoutenti calcola che la spesa crolla di 1.075 euro annui a famiglia. “Gli italiani continuano a pagare di più per acquistare sempre meno”, afferma il presidente Furio Truzzi, invitando il governo “ad accelerare sul paniere a prezzi calmierati“. “Invitiamo produttori e industria – continua – a non fare ostruzionismo e ad attivarsi per il bene della collettività, sostenendo il paniere senza se e senza ma”. Dati “pessimi”, secondo l’Unione nazionale consumatori. “Stavolta, nonostante l’inflazione alle stelle, calano sul mese precedente anche le vendite in valore. Su base annua, invece, si assiste a un crollo delle vendite in volume sia per il settore non alimentare che alimentare, con un divario in quest’ultimo caso tra vendite in valore (+6,8%) e in volume (-3,8%) del 10,6%, in pratica un abisso!“, afferma il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona.

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