Eppure un tempo le urgenze erano altre. Ce lo siamo sentito dire tutte le volte che si doveva legiferare a favore della comunità Lgbt+: le unioni civili no, sono altri i problemi del Paese. Men che mai dovevano essere approvate stepchild adoption e ddl Zan. Per lo stesso identico motivo. E quindi, ora che l’estrema destra è saldamente al potere ci si aspettava misure concrete su economia, infrastrutture, asili nido, crisi ambientale, ecc.

E invece no, le urgenze per governo e maggioranza sono di altra natura. Solo pochi giorni fa il ministro Lollobrigida esultava per un ddl, approvato in Senato, che vieta produzione e commercializzazione di carne coltivata. Ben nota piaga nazionale, converrete.

Ancora, la Sicilia versa in condizioni atroci per una serie di fatti concomitanti. Dagli incendi a Palermo al caldo anomalo, fino alla chiusura dell’aeroporto di Fontanarossa che sta mandando in tilt sia le comunicazioni con l’isola, sia la stessa economia siciliana (si stimano perdite per 40 milioni di euro al giorno). Il ministro deputato a gestire la situazione sarebbe, per un tragico scherzo del karma passato sotto libere elezioni, Matteo Salvini. Il quale ha convocato per oggi un tavolo di lavoro per gestire l’emergenza. Peccato che l’incendio sia scoppiato il 16 luglio: nove giorni fa.

Intanto, lo stesso ministro, affrontava altre urgenze. Tra queste, come ricorda il sito Today.it, la gestione dei suoi profili social: “Matteo Salvini ci fa invece sapere con un selfie su Facebook che è andato a donare il sangue. Poi auspica l’arresto dei teppisti no-tav che hanno assaltato il cantiere di Chiomonte della Torino-Lione. Quindi critica il segretario della Cgil”. Dulcis in fundo “più sotto condivide il video postato chissà dove” da una donna transgender “con accento americano, che vuole essere la prima donna trans ad abortire”.

Sempre a Catania, la stessa amministrazione comunale ci ricordava solo pochi giorni fa che avrebbe fatto di tutto contro insolenti e devianti che attentano al decoro alla gioiosa città etnea. Il sindaco Trantino, con recente ordinanza, vieta di sedersi sulle panchine, di consumare bevande all’aperto e – udite udite – di consumare indecenze in private dimore. Voi ve li immaginate i vigili urbani che vi suonano al citofono chiedendo “scusi, sta facendo lo sporcaccione?”. Sotto il vulcano, evidentemente, i problemi sono questi.

Non la spazzatura che sommerge la città. Non la mancanza di elettricità – ormai da diversi giorni – in diversi quartieri, e con essa anche l’impossibilità di avere acqua corrente in casa. “Il forte caldo […] e le alte temperature provocano un’impossibilità di smaltire il calore da parte dei cavi sotterranei e questo provoca dei guasti in più punti nella rete” apprendiamo dai siti locali. Certo, non si può imputare al neosindaco l’ondata di calore che sta devastando la Sicilia. Ma Trantino era anche nella giunta precedente. Sempre a trazione Fdi. È stato assessore ai Lavori pubblici, se non ricordo male. E forse dal 2018 a oggi si sarebbe potuto fare qualcosa di più, sul potenziamento della rete elettrica. Anche in concerto con la Regione (storicamente governata, tranne qualche parentesi, dalla destra).

E insomma, aeroporti che non funzionano, incendi devastanti, caos nei cieli. E se guardiano oltre lo stretto di Messina – lo stesso su cui vogliono fare un costosissimo e inutile ponte che unirebbe due regioni in cui non ci sono strade e ferrovie degne di questo nome e dove manca la corrente elettrica – la situazione non migliora di molto. Gli eventi estremi in nord Italia, tra tornado, chicchi di grandine grossi come palle da tennis e nubifragi sempre più violenti, raccontano un paese in preda agli effetti del cambiamento climatico. Con buona pace dei negazionisti.

Quindi, mentre una regione importante del sud resta isolata e mentre il nord annega tra tempeste cicloniche, la maggioranza è in procinto di votare un disegno di legge che vuole rendere la gestazione per altri reato universale. E non per niente è indetto, proprio oggi pomeriggio alle 17:00, un presidio di protesta al Pantheon, a Roma. E credetemi, la comunità Lgbt+ romana si dedicherebbe volentieri ad altro, tra mare e incombenze private (forse anche “indecenti”). Ma per governo e maggioranza i problemi del paese sono questi: padri gay e donne transgender in testa. Tra un selfie su Facebook e un’ordinanza fuori dal mondo. Mentre il mondo, là fuori, brucia. E questo, evidentemente, non preoccupa la destra al potere.

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