Dopo mesi di scioperi e mobilitazioni, i dipendenti pubblici del Regno Unito beneficeranno di un aumento dei loro salari. Milioni di statali britannici riceveranno quest’anno incrementi salariali automatici compresi fra il 5 e il 7% rispetto agli stipendi attuali, su iniziativa del governo Tory di Rishi Sunak, a prescindere da eventuali accordi negoziali. Il premier ha spiegato che “La tassa per i migranti che richiedono i visti e l’accesso al servizio sanitario nazionale aumenterà, il che garantirà risorse aggiuntive per oltre 1 miliardo di sterline”. L’iniziativa è stata formalizzata oggi in Parlamento da John Glen, numero due del ministero delle Finanze, del Tesoro e del Bilancio, in risposta agli scioperi e al malcontento sociale di diverse categorie. Gli aumenti riguardano sia lavoratori tuttora in agitazione come gli junior doctor (i giovani medici impiegati nelle strutture dell’Nhs, il servizio sanitario nazionale britannico, che proprio oggi hanno avviato uno sciopero record di 5 giorni consecutivi nell’ambito della quarta tornata di proteste da marzo e chiedono aumenti di ben il 35%) o gli insegnanti, che minacciano di tornare ad astenersi dal lavoro alla riapertura autunnale delle scuole.

Gli adeguamenti interessano però anche settori che non possono partecipare alle agitazioni (come i militari) o che hanno già raggiunto intese di compromesso con l’esecutivo e con le aziende di gestione (come le infermiere e gli infermieri dell’Nhs). Gli aumenti sono inferiori all’inflazione attuale (scesa all’8,7% il mese scorso), ma superiori a quella programmata entro fine 2023. Il governo afferma di aver accettato “in pieno” le indicazioni dell’organismo indipendente chiamato a valutare nel Regno le istanze di revisione delle retribuzioni nel pubblico impiego. I poliziotti e le guardie carcerarie, i cui stipendi sono fermi da tempo, riceveranno in busta paga gli incrementi maggiori, pari in entrambi i casi al 7% netto. I docenti scolastici avranno aumenti del 6,5%, i giovani medici del 6% e gli effettivi delle forze armate del re. Gli incrementi delle buste paga che garantiscono un recupero solo parziale del potere di acquisto perso a causa dell’inflazione sono stati annunciati nel giorno in cui si è anche saputo che il Pil del Regno Unito è sceso dello 0,1% nel mese di maggio, meno quindi dello 0,3% previsto, a fronte di un rialzo in aprile dello 0,2% su base mensile. Al di sotto delle stime (-0,6%) è risultata invece la produzione industriale.

Pochi giorni fa l’Ocse ha rilevato come l’Italia sia “il paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie. Alla fine del 2022 i salari reali erano calati del 7% rispetto al periodo precedente la pandemia. La discesa è continuata nel primo trimestre del 2023, con una diminuzione su base annua del 7,5%”. In Gran Bretagna la flessione delle retribuzioni effettiva è stata di un più modesto 2,9%.

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