Innovazione nella tradizione – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola!
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Washington, 4 nov. (Adnkronos) - Quattro anni fa l'America e il mondo intero dovettero aspettare cinque giorni prima della proclamazione della vittoria di Joe Biden alle elezioni, con tutte le conseguenze che ne derivarono. Ma quest'anno, scommettono gli esperti, i risultati del duello all'ultimo voto tra Kamala Harris e Donald Trump potrebbero arrivare più velocemente, anche se molto probabilmente non nella notte elettorale.
"Le cose potranno essere diverse, non voglio pronunciare le ultime parole famose, ma sarei sorpreso se il processo fosse lungo come nel 2020", ha dichiarato a The Hill Qinn Yeargin, docente della Michigan State University, ricordando che nelle elezioni del 2020 si registrò una percentuale record di voto per posta a causa del Covid - il 43% di tutti i voti rispetto al 20-25% delle precedenti elezioni - e gli stati americani non erano pronti a gestirlo. Ora però gran parte degli stati americani, in particolare gli stati chiave che hanno in mano le sorti del duello elettorale, hanno aggiornato e velocizzato le procedure per lo spoglio dei voti per posta.
Quattro anni fa, infatti, la maggior parte degli stati vietava di aprire e controllare la validità dei plichi contenenti i voti prima dell'Election Day. Da qui gli enormi ritardi nello spoglio. "Il volume così consistente richiese una significative quantità di tempo per gestire questi voti, aprendo le porte ad una proliferazione di teorie del complotto", aggiunge Yeargin, riferendosi alle accuse di brogli di Donald Trump.
Anche quest'anno è prevista una percentuale alta di voto per posta, ma quasi tutti gli Stati ora permettono di aprire e controllare la validità dei voti per posta prima dell'Election Day, spiega Chris Mann, del Center for Election Innovation & Research. Il processo di controllo comprende la verifica della firma degli elettori e le altre informazioni scritte sulla busta che contiene la scheda, per poi procedere a preparare i voti ritenuti validi per essere letti dalle macchine elettorali.
"La parte che prende più tempo è quella della verifica dei plichi che contendono la scheda, per assicurarsi che sia valida e completa, con tutte le informazioni per verificare l'identità dell'elettore", aggiunge Mann. Tra gli stati chiave, Michigan, Nevada - dove la maggioranza degli elettori vota per posta - Arizona, Georgia e North Carolina permettono di processare prima dell'election day il voto per posta.
In Arizona si stanno processando i voti per posta man mano che arrivano, in Georgia si è iniziato a farlo dal 21 ottobre e i voti per posta vengono accettati fino alla chiusura dei seggi domani. Anche Michigan si è iniziato ad aprire i plichi con i voti per posta dal 28 ottobre, mentre le buste verranno accettate fino alla fine dell'election day.
Anche in Nevada i voti per posta vengono processati man mano che arrivano, e verranno quello arrivati entro il 9 novembre, basta che il timbro postale provi che siano stati inviati entro l'election day. In North Carolina invece i voti per posta devono arrivare entro domani, ma si è iniziato a processarli già da ottobre.
Ci sono però due Stati chiave che non hanno anticipato l'apertura dei plichi con i voti per posta che inizierà solo con l'apertura dei seggi domani: il Wisconsin e, cosa ancora più importante, la Pennsylvania, il più cruciale degli stati chiave, dove quindi si prevede ci saranno ritardi nello spoglio dei voti per posta.
Intanto negli Stati Uniti sono 78 milioni gli americani che hanno già votato. Secondo i dati, aggiornati alle 5.30 di ieri mattina, diffusi dall'Election Lab dell'University of Florida, oltre 42milioni di elettori hanno votato in anticipo nei seggi, negli Stati che offrono questa possibilità, mentre oltre 35 milioni hanno inviato il loro voto per posta.
Roma, 4 nov. (Adnkronos Salute) - "L'innovazione sarà centrale per garantire non solo la sostenibilità nel sistema salute, ma anche un vero e proprio avanzamento e una possibilità di crescita, anche economica-sociale, per il nostro Paese e per l'Europa che deve diventare sempre più attrattiva. Un Paese e un continente senza innovazione non hanno futuro". Queste le parole di Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di Msd Italia, ospite del XIX Forum Meridiano Sanità 'Health for all Policies: verso una nuova visione strategica del sistema sanitario per la crescita del Paese', in cui si è parlato - oggi a Roma - della correlazione tra salute e produttività, quali elementi essenziali per sostenere la crescita nel lungo periodo investendo sulle attività di prevenzione e adottando rapidamente le innovazioni in campo scientifico e tecnologico.
Un altro punto importante riguarda i farmaci innovativi che vanno supportati e promossi: "Sempre con riferimento al Fondo per i farmaci innovativi, che è stato ampliato all'innovatività condizionata e agli antibiotici cosiddetti 'reserve' - continua Luppi - voglio sottolineare che è stata introdotta una norma che vieta l'accesso alle risorse del Fondo a tutte le indicazioni terapeutiche che vengono approvate dopo 6 anni dalla data di primo riconoscimento dell'innovatività per il farmaco specifico. Una misura che, se non modificata, apporterà gravi danni ai pazienti e alla capacità delle aziende di fare innovazione. Questo limite, che non si basa su alcuna evidenza scientifica, è inaccettabile. Non ci devono essere freni normativi di nessun tipo all'innovazione, soprattutto per i pazienti, perché ogni nuova scoperta può fare la differenza tra la vita e la morte".
Roma, 04 nov. - (Adnkronos) - “Il centrosinistra? Ci si può anche mettere tutti insieme contro le destre ma poi si dura poco. Serve un progetto. Il centrosinistra non ha trovato il modo di stare in campo né l’allenatore. È un problema di contenuti”. Così Gianfranco Fini alla presentazione del libro ‘Il terzino e il Duce’ di Alessandro Fulloni con il direttore dell’Adnkronos, Davide Desario.
Milano, 4 nov. (Adnkronos) - In Lombardia c’è il 17% delle imprese e dei datori di lavoro del Paese che apportano all’Inps il 19% degli assicurati sul totale nazionale, pari a circa 5 milioni di posizioni, il 5% in più rispetto al 2019. Di questi i giovani fino a 34 che pagano i contributi sono 1,4 milioni. Numeri che confermano, anche dall’osservatorio dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che la Lombardia rappresenta la locomotiva d’Italia. Una tendenza che trova conferma anche nell’aumento della retribuzione media annua lorda che nel 2023 è stata di 30 mila euro, il 16% in più della media nazionale, in crescita dell’8% rispetto al 2019.
Dati che evidenziano la resilienza del mercato del lavoro italiano con un incremento degli occupati che a maggio 2024 ha raggiunto quasi 24 milioni di lavoratori su base nazionale. L’aspetto più significativo riguarda l'aumento dei dipendenti a tempo indeterminato che tra gennaio 2016 e dicembre 2023 cresciuto da 15,14 milioni a 17,52 milioni. Numeri che trovano conferma anche nelle settimane lavorate cresciute a 44,6 nel 2023.
Sono alcuni dei dati del XXIII Rapporto Annuale dell’INPS presentati oggi a Milano presso il Dipartimento di Studi giuridici dell’Università Bocconi. L’evento introdotto dal direttore del dipartimento di Studi giuridici Cesare Cavallini, oltre al Presidente Gabriele Fava, ha visto la partecipazione dei professori Maurizio Del Conte e Rossella Cappetta, il Direttore centrale Studi e Ricerche di INPS Gianfranco Santoro, il Direttore Generale INPS, Valeria Vittimberga.
"Se vogliamo avere un sistema previdenziale sostenibile dobbiamo aumentare la base occupazionale. Per farlo serve un nuovo patto con il tessuto produttivo. Il Rapporto INPS evidenzia come nel 2023 mentre la spesa per ammortizzatori sociali sia stata in linea con la media europea, quella per le politiche attive abbia un valore significativamente inferiore rispetto ad altri paesi UE ed è importante continuare nell’azione di governo per sviluppare un sistema che incentivi strutturalmente la partecipazione e il reinserimento nel mondo del lavoro, in particolare per i soggetti più deboli come giovani e donne, collegando il sostegno economico delle politiche passive alle politiche attive, in cui la formazione, anche professionale, gioca un ruolo fondamentale”.
A dirlo il Presidente dell'INPS Gabriele Fava che nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza dell’acquisizione delle nuove competenze richieste dal mercato del lavoro. “Il 75% delle imprese italiane con più di 10 dipendenti lamenta una carenza di competenze, il cosiddettoskill shortage. Le cause del mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro sono principalmente due: inadeguatezza delle competenze dei candidati e inefficacia delle politiche attive. Questo divario può essere colmato rafforzando l'interazione tra il sistema formativo e le imprese. Potenziare i servizi per il lavoro e la formazione diventa cruciale per ridurre il disallineamento tra le competenze richieste dal mercato e quelle possedute dai lavoratori. Gli ultimi dati di Eurostat disponibili mostrano che il job vacancy rates è sempre molto alto in Italia superiore a quello di Francia, ma nei primi mesi del 2024 grazie anche agli investimenti del PNRR è in leggero miglioramento”.
“Il coordinamento tra le politiche del lavoro, sia di quelle passive che di quelle attive, è un tema fondamentale non solo per l'economia del Paese, ma anche per la sostenibilità a lungo termine del sistema previdenziale. È con questa consapevolezza che l'INPS si è impegnato nell'implementazione del Sistema Informativo per l'Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL), la piattaforma voluta dal Ministero del lavoro e gestita dall'istituto per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Questa piattaforma è stata dotata dell'algoritmo "SIISL Best Match", un'intelligenza artificiale che consente di calcolare l'affinità tra i profili dei lavoratori e le offerte di lavoro. Non solo. L'INPS sta lavorando all'introduzione nel SIISL di strumenti di autoemplyment e di sistemi di accesso al microcredito", aggiunge il Direttore Generale dell’Istituto Valeria Vittimberga.
Milano, 4 nov. (Adnkronos) - "L'indagine è solo all'inizio. La mole di dati acquisiti attraverso le perquisizioni negli uffici di via Pattari a Milano", mentre si attende l'acquisizione del server in Lituania e della rogatoria per ottenere i dati presenti in un altro 'archivio informatico' in Inghilterra, "fa sì che questa indagine richiederà ancora molto tempo e molta fatica per delineare i contorni di questa vicenda allarmante". Lo spiegano gli inquirenti milanesi impegnati, ormai da giorni, a mettere ordine nella quantità sconfinata di informazioni che la presunta associazione a delinquere che si muoveva intorno alla società di investigazioni Equalize ha raccolto in modo illecito, attraverso l'accesso a banche dati riservate.
Un gruppo, quello con sede a pochi passi dal Duomo, che tira in ballo presunti contatti con i servizi segreti, ma nell'inchiesta della Dda di Milano "non risulta che agenti dei servizi segreti si siano rivolti alla rete di via Pattari" guidata dall'ex super poliziotto Carmine Gallo, agli arresti domiciliari dal 25 ottobre scorso. La rete si sarebbe servita di più agenti delle forze dell'ordine infedeli, almeno sette quelli indagati e altri in via di identificazione, una "squadra infedele" che dietro pagamento avrebbe elargito informazioni riservate per un mercato 'clandestino' che aveva come obiettivo quello di creare report illeciti o falsi su commissione.
La mole di informazioni che riempiva uffici e garage del gruppo riconducibile a via Pattari è ora nelle mani degli uomini della Dda di Milano - l'inchiesta vede impegnata anche la Direzione nazionale antimafia - ma ci vorranno diverse persone e tanti giorni per riuscire a mettere ordine tra i documenti sequestrati.
Roma, 04 nov. - (Adnkronos) - “La reazione degli italiani alle leggi razziali? C’è stata una reazione? La domanda forse è questa. Non si aveva la più pallida idea di cosa significasse realmente. Non c’era la libertà di stampa”. Così Gianfranco Fini alla presentazione del libro ‘Il terzino e il Duce’ di Alessandro Fulloni con il direttore dell’Adnkronos, Davide Desario.
Roma, 4 nov. (Adnkronos) - "Purtroppo siamo di fronte a un governo che non ha uno straccio di politica industriale. Segnalo che questa manovra è recessiva, perché è una manovra che non ha nessuna visione per far riprendere l'economia del paese. Mancano gli investimenti, non c'è nulla sul costo dell'energia che ruba competitività alle nostre imprese ed è anche un governo che non si rende conto della necessità di politiche industriali fatte con risorse nazionali perché hanno tagliato l'80% delle risorse dal fondo per l'automotive, settore strategico per questo paese: è assurdo, è la risposta sprezzante del governo allo sciopero dei metalmeccanici che hanno riempito piazza del Popolo qualche settimana fa in maniera unitaria, non solo e soltanto per difendere il loro posto di lavoro -in questo dobbiamo sostenerli.- ma per difendere il futuro industriale di questo paese". Così la segretaria del Pd Elly Schlein in un punto stampa a Modena.
"Purtroppo il governo continua a fare propaganda sulla pelle delle persone più fragili, grida a un complotto al giorno ma in realtà non sta affrontando i veri nodi economici per assicurare un futuro industriale e produttivo a questo paese", conclude.
Cosa implicano le due scelte che ti proponiamo: