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Napoli vieta l’ingresso in porto al mega yacht di Bernard Arnault: “È troppo grande”. E il miliardario se ne va

Anche Barry Diller, amministratore delegato di una società attiva nel campo del cinema e dei media cui fanno capo piattaforme quali Expedia e Tripadvisor, ha rinunciato a Napoli perché il suo veliero era troppo grande

di Januaria Piromallo

Per la Napoli azzurra non è buona notizia. Avere un porto non adeguato per accogliere i super yacht non è all’altezza della nuova reputazione che Napoli si sta riconquistando a suon di scudetto, musei (come il Mann, il numero uno al mondo) bellezze artistiche e grandi eventi culturali di ogni genere. All’imbarcazione del patron di Lvmh Bernard Arnault (multinazionale cui fanno capo aziende del lusso che controlla Dior, Bulgari, Fendi, Givenchy, Louis Vuitton, Tiffany e Moët & Chandon), al Paperon più ricco del mondo non è stato concesso di attraccare a Mergellina, unico porto di riferimento a Napoli per le grandi barche. Il motivo? È troppo grande. Il Simphony è rimasto all’ancora per tutta la giornata di venerdì al largo di via Caracciolo, a poca distanza da Castel dell’Ovo.

Anche Barry Diller, amministratore delegato di una società attiva nel campo del cinema e dei media cui fanno capo piattaforme quali Expedia e Tripadvisor, ha rinunciato a Napoli. Con il suo Eos — una goletta tre alberi che il miliardario, marito della stilista Diane von Fürstenberg ha acquisito nel 2009 — si è diretto altrove. Neanche il suo veliero — uno dei più grandi yacht a vela privati al mondo, lungo 90 metri — secondo il Regolamento che la Capitaneria di Porto ha introdotto da quest’anno, per motivi di sicurezza non può entrare nel porto di Mergellina.

Una disposizione contro la quale ha tuonato il leader degli industriali partenopei Costanzo Jannotti Pecci, puntando il dito contro una norma che impedisce al turismo di lusso di fare rotta su Napoli. Una regola che impone lo stop alle barche lunghe più di 75 metri alle quali è vietato entrare nel porto turistico.
Da quest’anno l’impossibilità di accogliere una categoria di imbarcazioni di enorme prestigio comporterà la perdita per Napoli in termini economici di cifre importanti: solo per l’indotto dai 50 ai 100mila euro al giorno. In una stagione decine e decine di milioni.

Senza dimenticare ciò che si muove al seguito di un maxi yacht. Con ogni barca ne viaggiano almeno altre dieci e gli occupanti arrivano con aerei privati e hanno bisogno di servizi che fino ad ora Napoli ha saputo dare: è stata accogliente e propositiva sotto diversi punti di vista. Ma “Napoli Stanca” (edizioni Solferino) come il titolo di un delizioso pamphlet appena uscito curato da Mirella Armiero, firma del Corriere della Sera. Stanca intesa come “aggettivo “e come “verbo”. Napoli è stanca di questo essere sulla bocca di tutti. Dunque Arnault gira le spalle e dirotta la prua altrove. Verso Capri, dove attraccare non è un problema. No, questo Napoli non se lo può proprio permettere.

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