“Il premier del bunga bunga” e “baluardo del maschilismo di Stato”. Poi ancora “il seduttore delle masse” che funzionava in campagna elettorale, ma che poi al governo “ha sempre deluso”. Continuano gli articoli e le analisi critiche della stampa internazionale sul profilo di Silvio Berlusconi, morto il 12 giugno all’età di 86 anni. Dall’Inghilterra agli Stati uniti, passando per Germania e Spagna, i media stranieri si focalizzano su inchieste, scandali e conseguenze politiche del suo operato.

La stampa tedesca: “Il seduttore” e “Massaggiatore delle masse” – I quotidiani tedeschi hanno dedicato molto spazio sulle prime pagine alla morte del’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. In particolare, giornali come l’autorevole Frankfurter Allgemeine (Faz) hanno dedicato uno spazio importante in ‘prima’ con una foto che ritrae Berlusconi sorridente in parlamento e il titolo “Compagni di strada e avversari rendono merito a Berlusconi”. Sulla Faz anche diversi approfondimenti in cui l’ex premier viene descritto come “il seduttore” che ha “plasmato l’Italia”. “Berlusconi ha dominato ogni palcoscenico. E sapeva come tessere alleanze”, si legge ancora nel sottotitolo. Anche nelle pagine dedicate all’economia e all’impresa, il giornale conservatore di Francoforte propone un titolo su di lui: “Silvio Berlusconi. Nel mondo economico il quattro volte presidente del Consiglio resta nella memoria soprattutto come imprenditore”.

Su Die Welt, Berlusconi viene ricordato in prima con una grande foto a colori e descritto come il “primo populista d’Europa”. Il Cavaliere è stato “Il primo del suo genere” per la Seuddeutsche Zeitung (Sz). Berlusconi “ha sempre sedotto gli italiani, che lo hanno quasi sempre perdonato. È stato un precursore per i populisti di tutto il mondo”, scrive ancora Sz, che negli articoli interni definisce l’ex presidente del Consiglio come un “massaggiatore delle masse” che ha “deluso come capo di governo” e ha “plasmato la televisione, non solo in Italia”. “In tutti gli anni in cui ha fatto politica, Berlusconi si è occupato innanzitutto di una cosa: se stesso. È stato precursore di tanti populisti, demagoghi, seduttori. In morte di un uomo che ha cambiato il mondo, seppur non in bene”, è il sottotitolo del giornale progressista. “Anche Donald Trump ha utilizzato la storia di Berlusconi come modello”, si legge nell’articolo, in cui si ricorda che all’ex premier italiano non piacesse questo confronto, lui si riteneva “più complesso”. A margine della ricostruzione di tutto il percorso biografico, Sz sentenzia: “Come capo di governo, Silvio Berlusconi ha sempre deluso. Era bravo solo in campagna elettorale, come massaggiatore delle masse. Non c’è alcuna grande riforma di cui si ricordino gli italiani, neanche un’opera edile che valga come simbolo del suo tempo al governo”.

La stampa inglese – Ritratti in chiaroscuro, talora decisamente critici, e non senza richiami d’occasione al sarcasmo: in primis quello del ‘bunga bunga’ espressione divenuta a suo tempo popolare pure oltre Manica, e spesso storpiata dalla pronuncia inglese in ‘banga banga’. Tanto che l’Evening Standard, testata semi-popolare, ha scelto di strillare la notizia della sua scomparsa annunciando a caratteri cubitali “la morte del primo ministro del bunga bunga”. I media britannici, spesso pungenti su Silvio Berlusconi parlandone da vivo, non si smentiscono nemmeno nei necrologi che gli riservano oggi – con un’evidenza raramente concessa a ex leader stranieri defunti dell’Europa continentale – in un’isola la cui classe dirigente pure ha avuto col Cavaliere rapporti in genere assai meno conflittuali rispetto ad altri Paesi europei. Fra le testate più severe, spicca il progressista Guardian, che nel suo obituary di rito (necrologio dedicato a figure note) gli rinfaccia soprattutto scandali e corruzione, imputandogli, al pari di Donald Trump, di aver non solo dominato la scena politica a lungo in forza di “un ego smisurato”, ma anche di aver contribuito a “minare le istituzioni consolidate” della democrazia italiana “stampa e magistratura comprese”. Non troppo dissimile, sebbene meno improntato ad accenti da requisitoria e più disposto a riconoscere anche gli elementi fuori dall’ordinario della vita e dei carattere di Berlusconi, il ritratto commemorativo affidato alla penna di Tony Barber dal Financial Times, voce liberal della City: che a sua volta rimprovera in qualche modo all’ex presidente del Consiglio d’essere stato una sorta di precursore di Trump e lo tratteggia come “una magnate dei media” di successo il cui nome appare tuttavia destinato “incomprensibilmente a restare legato a una fase di declino economico” dell’Italia e a un’eredità di “standard talora deplorevoli nella vita pubblica”. La Bbc e il filo-conservatore Daily Telegraph scelgono sfumature meno nette per descrivere il bianco e il nero, i pro e i contro, le accuse e gli entusiasmi che hanno punteggiato la vita di Berlusconi. Con quest’ultimo che non manca di titolare sul giudizio politico positivo – di “leader capace, accorto e di parola” – dato ieri da Blair. Mentre il settimanale Economist lo ricorda online come un leader “inseguito dagli scandali”, ma pure – più pittorescamente – sotto la nomea di “grande seduttore”.

Washington post – La morte di Silvio Berlusconi, il playboy miliardario che per decenni ha dominato il ‘boy’s club’ della politica italiana, arriva in una fase che sarebbe stata difficilmente prevedibile nella sua epoca ‘carica di testosterone’: una fase in cui il lascito politico del paese è in mano alle donne. Lo scrive oggi il Washington Post in un articolo dedicato alla scomparsa di Silvio Berlusconi intitolato ‘La politica al testosterone di Berlusconi è stata superata dalle donne in Italia’. Il magnate 86enne che ha governato l’Italia più a lungo di qualsiasi altro primo ministro dai tempi di Benito Mussolini – scrive – è morto ieri a Milano, lasciando in eredità la sua storia di formidabile politico, spietato uomo d’affari e baluardo del maschilismo di vecchia scuola. Durante la campagna elettorale del 2008, disse alle donne che avrebbero dovuto “cucinare” per gli esponenti uomini del suo partito. E una volta definì la stretta di mano di una giornalista troppo ferma perché lei potesse trovare un marito. Il “bunga bunga” divenne un termine familiare. Il panorama politico italiano tuttavia, osserva ancora, è ora molto diverso rispetto all’epoca Berlusconi, e le donne rivestono ruoli di leadership a destra e a sinistra, oltre a occupare posti di rilievo come mai prima. Gli osservatori affermano che Berlusconi, forse più per difetto che per disegno, ha finito per svolgere un ruolo nell’avanzamento delle carriere politiche delle donne che sarebbero diventate alcune delle figure più potenti della nazione. A singhiozzo, prosegue, gli anni post-Berlusconi hanno visto progressi verso l’uguaglianza di genere. La percentuale di donne nei consigli di amministrazione in Italia – 38,8 per cento – è ora la seconda più alta nell’Unione europea a 27, dietro solo alla Francia. Tra il 2018 e il 2022, la rappresentanza femminile in parlamento ha raggiunto il massimo storico del 35%, anche se da allora è leggermente diminuita. Le donne italiane hanno anche fatto la storia della politica, con Giorgia Meloni diventata l’anno scorso la prima donna primo ministro italiana e Elly Schlein che quest’anno è stata eletta a guidare l’opposizione di centrosinistra, anche questa una prima nel paese. Mariangela Zappia è la prima ambasciatrice italiana negli Stati Uniti e donne italiane occupano anche altre posizioni di potere, tra cui l’attuale capo dei servizi di sicurezza italiani. A marzo Margherita Cassano è stata nominata prima donna a capo della Corte di Cassazione italiana. Silvana Sciarra è diventata la seconda donna a capo della Corte costituzionale.

Il Financial Times: “Interrogativi sul futuro di Forza Italia” – “La morte di Silvio Berlusconi, che arriva mesi dopo la rivelazione della sua leucemia, solleva interrogativi sulla divisione del potere all’interno della coalizione di destra di Giorgia Meloni e sul futuro del suo partito Forza Italia, data la mancanza di un chiaro successore”. È quanto sostiene il Financial Times, in un articolo in prima pagina, il cui titolo mette l’accento sul fatto che la sua scomparsa apre una serie di interrogativi per la coalizione di governo. Il giornale economico evidenzia che il Cavaliere “è stato attivo nella politica italiana anche verso la fine della vita, svolgendo un ruolo di primo piano nella crisi che ha fatto cadere il governo di Mario Draghi lo scorso anno, prima di contribuire alla formazione della coalizione di governo di Giorgia Meloni”. Per quanto concerne invece le sorti di Forza Italia, il Financial Times cita l’opinione del politologo Giovanni Orsina secondo cui “il partito non può sopravvivere alla fine di Berlusconi“. Il giornale dedica anche metà della quarta pagina al necrologio dell’uomo che ha dominato la vita politica dagli anni ’90, intitolandolo ‘Il magnate dei media che ha ricoperto il ruolo di premier in Italia è stato funestato dagli scandali’.

Spagna, dagli elogi di Aznar alle critiche di el Pais – Tutti i principali quotidiani spagnoli riservano ampio spazio in prima pagina alla notizia della morte di Silvio Berlusconi. Su El Mundo, a ricordarne la figura è l’ex premier popolare José María Aznar (1996-2004). “Nel corso del mio periodo al governo”, scrive il politico, “abbiamo sempre trovato in lui un alleato disposto a far pendere dalla nostra parte le questioni al centro della discussione”. Berlusconi, aggiunge Aznar, è stato “un amico e alleato della Spagna” con cui lui stesso ha potuto condividere “un’idea dell’Europa che ancora oggi mantiene intatta la sua proiezione verso il futuro”. El País riserva invece al Cavaliere un editoriale. “‘Con la scomparsa di Berlusconi non si chiude un’epoca nella politica italiana”, si legge, perché “l’influenza” dell’ex premier “sul modo di intendere il dibattito pubblico”, “il suo modo di governare” e “il concetto stesso di verità e bugia” continuano a “condizionare” non solo la politica italiana, ma anche “ciò che sta succedendo in altri importanti Paesi europei”. In altre parole, riassume il quotidiano di tendenza progressista, “Berlusconi rappresenta il trionfo del populismo messianico”. Per La Vanguardia, l’ex premier “irruppe” nella politica italiana “disposto a cambiare tutto”, e “nella sua ora finale bisogna riconoscergli il merito di avercela fatta”. Il giornale di stampo conservatore Abc dà invece spazio ad alcuni articoli di opinione

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