di Isabella Fiore

Lamezia Terme è una città varia e briosa e non si fa mancare nulla, a partire dalle immagini dei poveri cani accolti da ingressi incustoditi nelle corsie del nosocomio lametino; povere bestie, ormai bersaglio preferito, temo più dei cinghiali, dei detrattori dei fedeli amici dell’uomo. La notizia e le immagini criptano volutamente l’assenza di chi, in qualità di responsabile della sicurezza, avrebbe dovuto sorvegliare gli ingressi della struttura che, non dimentichiamo, ospita ammalati degenti e non giovani e baldi destinatari di una colonia estiva.

Negli stessi giorni si è tenuta nella biblioteca di Palazzo Nicotera la prima edizione del Festival dell’inclusione scolastica e da vecchio maestro, deposto dagli anni ma non dalla smania della pedagogia, sono stato invitato a presentare, in pochi minuti, il mio libro La scuola secondo Mattia – non per una sfida preconcetta al consumo del tempo, ma per condividerlo con le performance delle molte scuole e associazioni lametine intervenute per rappresentare le loro esperienze di integrazione scolastica. Ho molto riflettuto, ad evento concluso, sul senso variegato del termine “inclusione” riguardo, in particolare, all’uso che se ne fa nell’accezione concorrenziale delle trasmissioni di intrattenimento televisivo. Il gong del tempo che scade promuove il concorrente che deve proseguire (l’incluso) e boccia il concorrente che deve tornare a casa (l’escluso) con in mano il premio di consolazione.

Nel presentare l’esperienza di Mattia, il filo conduttore del mio libro, ho cercato, invece, di dare senso pedagogico al termine “inclusione” declinandolo come lo sviluppo delle potenzialità individuali e integrazione delle competenze acquisite per un percorso educativo condiviso che non separa, ma mette insieme i cosiddetti diversi e i cosiddetti normali. E a proposito degli ossimori che si agitano sotto ogni forma a Lamezia Terme, in questi giorni, è atteso il Ministro dell’Istruzione e del Merito. Avrei preferito che, a festival concluso, irrompesse in città il Ministro dell’istruzione e dell’inclusione. Rilevo, senza alcuna acrimonia ideologica, che il termine merito, legato in modo indissolubile alla meritocrazia di matrice liberista, evoca una classe di individui istruiti per emergere e arrivare primi e non già una micro-società organizzata in modo democratico che cammina insieme per vivere meglio. E la differenza non si riconduce ad una accezione prettamente semantica, ma rivela un carattere socialmente e pedagogicamente rilevante.

Veramente una città fortunata Lamezia Terme! Con i cani che passeggiano in ospedale, i cinghiali che scorrazzano per le vie della città e saccheggiano gli orti mandando in bestia gli ortolani. E, infine, il primo festival dell’Inclusione scolastica e, in rapida successione, l’irruzione del ministro del Merito, sperando che si ricordi di essere anche ministro della scuola di tutti e non solo di chi ce la fa.

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