Troppi decreti e con troppi argomenti. Ad avvertire la maggioranza e di riflesso il governo è il presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana, che sottolinea che le dimensioni “molto ampie” dei provvedimenti del governo risultano “difficilmente compatibili con i ridotti tempi di esame parlamentare imposti dalla scadenza costituzionale dei provvedimenti d’urgenza”. Questo messaggio di Fontana arriva all’indomani della 18esima fiducia richiesta dal governo Meloni dal giuramento di fine ottobre. La terza carica dello Stato ha consegnato questa riflessione mercoledì scorso ai presidenti delle commissioni di Montecitorio, organismi che come noto preparano la buona parte dei testi legislativi che poi finiscono all’esame dell’Aula. Tali dimensioni dei decreti, continua Fontana, “rischiano di determinarne un’eccessiva compressione presso la Camera chiamata per seconda ad esaminare il provvedimento, ove l’iter presso la prima si prolunghi ben oltre i trenta giorni, come purtroppo la prassi degli ultimi anni attesta inequivocabilmente”.

Non solo, continua il presidente della Camera: a questo si aggiunge il fatto che il governo arriva con i suoi emendamenti. “E comunica – continua Fontana – non sempre in tempi ravvicinati l’esito dei propri approfondimenti istruttori sugli emendamenti parlamentari, anche in tal modo rendendo complesso l’andamento dei lavori in Commissione”. In tal senso ricorda che “la tempestiva presentazione in Commissione di tutti i testi da sottoporre al voto costituisca un elemento imprescindibile per assicurare il rispetto dei tempi di calendarizzazione dei provvedimenti in Assemblea e per garantire – anche attraverso l’esercizio dei poteri presidenziali sull’ammissibilità – un esame ordinato e chiaro, a tutela delle prerogative di tutti gli attori del procedimento legislativo e di una migliore qualità della produzione legislativa”.

In generale la decretazione d’urgenza, sottolinea il presidente della Camera, rischia di produrre “un’alterazione del fisiologico assetto costituzionale dei rapporti fra Governo e Parlamento nell’esercizio della funzione legislativa, alimentando tensioni nella dialettica fra maggioranza e opposizioni e incidendo negativamente sulla programmazione dei lavori”. E peraltro, prosegue, “la tendenza al ricorso ai dl appare crescente e si riflette in modo significativo sul concreto svolgimento dell’attività parlamentare”.

Secondo uno dei partecipanti alla riunione, Fontana nel suo secondo incontro con i presidenti di commissione ha ricordato che il tema della decretazione di urgenza è stato di recente oggetto di un incontro dei presidenti delle Camere con il presidente della Repubblica, “il quale ha rappresentato l’esigenza istituzionale che l’iter dei decreti-legge si svolga nel più rigoroso rispetto delle regole poste a garanzia della coerenza delle modifiche parlamentari con la natura dei provvedimenti d’urgenza, evitando in particolare di produrne o aggravarne la disomogeneità“. Il presidente della Camera nota, quindi, che “al dato numerico dei decreti si è andata affiancando un’altra caratteristica” e cioè “una marcata multisettorialità, in più casi, dei provvedimenti d’urgenza fin dal loro testo originario. Questa caratteristica, ove sia accompagnata da una particolare ampiezza dei contenuti, determina ulteriori riflessi critici sui lavori parlamentari”.

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