Scontro acceso a Omnibus (La7) tra il deputato del Pd Andrea Orlando e Andrea Cangini, ex senatore di Forza Italia e ora esponente di Azione.
Il nodo della discussione è l’eliminazione del controllo concomitante sul Pnrr, atto del governo Meloni sul quale Orlando esprime il suo profondo dissenso: “Noi, come Italia, avevamo deciso che i soldi del Pnrr andassero controllati in un certo modo, ma prima di iniziare a spenderli il governo Meloni ha deciso di togliere il sistema di controlli. Se io fossi un cittadino olandese o tedesco, notoriamente non entusiasta di dare risorse ai paesi spendaccioni, mi porrei il problema. Perché questi in Italia prima di spendere questi soldi hanno cambiato il sistema di controllo, che peraltro si erano dati loro stessi quasi all’unanimità e autonomamente? Ricordo infatti che anche la destra aveva presentato emendamenti che andavano nella direzione del controllo concomitante sul Pnrr“.

Orlando aggiunge: “Evidentemente anche la destra prima pensava che fosse importante e funzionale il controllo concomitante, dato il problema delle infiltrazioni e dato che non abbiamo una storia di spesa felice ed efficiente“.
Insorge Cangini: “Nessun costituzionalista ha contestato la legittimità di quel che ha fatto il governo Meloni”.
“E chi sta parlando di legittimità? – ribatte l’ex ministro della Giustizia – Io parlo di opportunità”.
Ma in Germania – replica Cangini – avrebbero mai consentito che la Corte dei conti o un organo costituzionale tedesco cogestisse i soldi del Pnrr?“.
“Io non mi metto a fare diritto comparato – ribadisce Orlando – Sto dicendo semplicemente che noi ci siamo dati delle regole. Prima di applicarle, ce le siamo cambiate. Dal punto di vista della credibilità del paese, questo non è un bel segnale“.
“Allora erano regole sbagliate”, commenta il politico calendiano.
“Saranno pure sbagliate – rilancia Orlando – però sono state votate quasi all’unanimità dai gruppi parlamentari. Un paese serio si dovrebbe preoccupare di una serie di specificità che purtroppo ci riguardano. La Germania non ha 4 organizzazioni mafiose consolidate nel proprio territorio“.

Cangini sbuffa e ribatte: “Con questa logica i terremotati delle Marche, dell’Abruzzo e del Lazio, che stanno ancora aspettando che si ricostruisca la propria casa, attenderanno ancora di più”.
“Ah, per colpa della Corte dei conti?”, chiede Orlando.
“No, per colpa dei controlli preventivi – risponde Cangini – I controlli si fanno a campione ed ex post. Se tu li fai prima, confondi il controllore e il controllato e blocchi il processo decisionale“.
“Ma questo non è vero – insorge Orlando – Da dove viene questa cosa? Ci sono controlli preventivi, concomitanti ed ex post. Togliere i controlli prima di cominciare a spendere i soldi è un segnale negativo. Ricordo che non sono pochi soldi e che più soggetti hanno segnalato il rischio che far spendere contemporaneamente 300 miliardi di euro alla pubblica amministrazione apre oggettivamente una serie di falle, perché scende la soglia di attenzione e la pubblica amministrazione si ritroverà a spendere più soldi di quelli che è abituata a maneggiare. La cautela non è un segno di debolezza, ma un segno di rispetto nei confronti dei contribuenti“.

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