Una doppia vita, ma probabilmente anche una doppia personalità quella di Alessandro Impagnatiello, il 30enne che ha trucidato la fidanzata incinta al settimo mese, Giulia Tramontano, perché stressato dalla situazione in cui si era messo: ovvero avere un’altra giovane donna con cui aveva una relazione da mesi. “È sempre stato una persona educata. Lui poi nascondeva ma noi non lo sapevamo. Se aveva una doppia personalità, noi non lo sapevamo” aveva detto la mamma del barman, Sabrina Paulis, durante l’intervista alla Vita in diretta in cui tra le lacrime lo aveva definito “mostro”. Certo è che Impagnatiello ha mostrato freddezza nel racconto del femminicidio e un atteggiamento incomprensibile dopo aver confessato l’orrore. Come racconta Il Corriere della Sera terminato il verbale l’uomo, accusato omicidio aggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere ovvero reati che potrebbero costargli l’ergastolo, prima di salire nella macchina che porterà in carcere si ferma davanti a una vetrata, si specchia nel riflesso e sistema il cappellino da baseball beige che portava al momento in cui è stato fermato dai militari dell’Arma. La sua personalità, per gli inquirenti, combacia perfettamente con la definizione di “narcisista manipolatore”, un bugiardo seriale capace di ingannare creando mondi paralleli come quando avendo già ucciso Giulia rispondeva dal suo telefono all’altra ragazza, la 23enne che ha seriamente rischiato di essere l’altra vittima.

Come ha scritto il giudice per le indagini preliminari il 30enne ha ucciso “senza un reale motivo” per lo “stress” che stava vivendo a causa “non solo della gestione delle due ragazze”, “ma anche per il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza, per esempio sul luogo di lavoro”. Apparenze, come sistemarsi il berretto prima di entrare in carcere. Il giudice ha sottolineato che il barman “ha adottato una soluzione estrema per sottarsi ad una situazione di stress e che pertanto potrebbe nuovamente determinarsi ad una soluzione quale la fuga per sottrarsi alle conseguenze del procedimento. Inoltre – ha aggiunto il gip – ha dimostrato di avere capacità reattive che gli hanno consentito nelle ore successive e per alcuni giorni” di dissimulare la realtà facendo credere che Giulia fosse sparita. Nel provvedimento si sottolinea l'”estrema gravità dei reati commessi ed i tratti caratteriali dell’indagato” il quale, oltre ad aver manifestato “capacità manipolativa” e “instabilità emotiva”, sperava, “avendo ‘eliminato’ il pericolo costituito da Giulia Tramontano, di proseguire la relazione” con l’altra, donna la quale “invece, avendo scoperto la doppia relazione (…) lo aveva allontanato vanificando e quindi frustrando (nuovamente) le sue aspettative“.

Intanto è stata fissata per venerdì prossimo l’autopsia di Giulia Tramontano. Per domani invece è previsto l’accesso all’appartamento in cui è avvenuto il delitto e al garage in cui è stato nascosto il corpo per i rilievi scientifici.

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L’altra donna che ha rischiato di essere la seconda vittima di Alessandro Impagnatiello: “Avevo paura e non gli ho aperto”

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