I sondaggi fotografano solo un momento, ma l’esito dell’ultima indagine sulle preferenze di voto dei tedeschi commissionata dalla Ard ha un esito annichilente per il cancelliere Olaf Scholz. La sua Spd è ormai alla pari al 18% con la AfD e se anche sale di un punto il partito di Alice Weidel ne acquisisce il doppio e surclassa pure gli altri partner di governo. I Verdi sono scesi al 15% e la Fdp è ferma al 7%. Solo il 20%, un tedesco su cinque, si dice soddisfatto dell’attività del governo.

La caduta libera in gran parte è dovuta dalla litigiosità della maggioranza. Esemplare il caso della riforma sugli impianti di riscaldamento: fortemente voluta dal vicecancelliere Robert Habeck (Verdi), approvata in consiglio dei ministri anche dalla Fdp e ora frenata al Bundestag proprio dagli stessi liberali. Il 74% dei tedeschi si è dichiarato male o niente affatto informato in tema di impianti di riscaldamento favorevoli al clima da parte dei partiti di governo. La decarbonizzazione è necessaria ma molti temono di non poter affrontare le spese e c’è già chi ha ventilato un possibile ricorso alla Corte costituzionale se l’intervento legislativo potesse avere per esito un’alienazione forzosa della proprietà privata.

Pesano tuttavia anche le accuse di nepotismo per incarichi conferiti dal ministero dell’Economia e clima, costata le dimissioni del sottosegretario all’economia Patrick Graichen (Verdi), stretto collaboratore di Habeck, e la ripetizione delle procedure di nomina del capo dell’Agenzia tedesca per l’energia inizialmente conferita ad un testimone di nozze di Graichen. Ad inficiare l’immagine del governo contribuisce poi anche l’incertezza sulla riforma ospedaliera portata avanti dal ministro della Sanità Karl Lauterbach (Spd) che apparendo ieri con i colleghi dei Länder ha dovuto registrare che il punto nodale del suo progetto di classificazione degli ospedali in tre categorie è privo di consenso. Ed indebolisce la fiducia anche la steccata del titolare delle Finanze Christian Lindner (Fdp) ai colleghi ministri ribadendo che tutti col nuovo bilancio di esercizio dovranno limitare le spese per osservare il pareggio.

Scholz non ha ancora perso l’appoggio della maggioranza per il sostegno all’Ucraina: nell’insieme il 57% si dichiara favorevole contro un 37% contrario. Ma nei Länder della vecchia Germania Est – bacino indiscusso di elettori della AfD – per il 55% il Cancelliere ha concesso troppe armi. Non a caso al ricevimento dell’ambasciata russa per la vittoria sul nazismo tra gli invitati d’onore c’era anche il co-dirigente dell’Alternativa per la Germania Tino Chrupalla. Il Cancelliere è poi penalizzato dal malcontento per gli afflussi massicci di profughi. I Comuni ed i Länder hanno appena finito di trattare con lo Stato Federale nuovi aiuti economici per far fronte alle crescenti necessità di alloggi, ma sono comunque pressati dalle carenze nelle scuole, dando argomenti alla AfD.

In questo clima anche la decisione del governo di facilitare l’acquisizione della cittadinanza tedesca agli stranieri per contrastare l’invecchiamento della società e le carenze di manodopera – l’Agenzia federale per il lavoro ha registrato manchi personale in 200 mestieri su 1200 – dà fiato alla propaganda populista della AfD. Due terzi dei suoi elettori, il 65%, dichiara di preferirla proprio per le posizioni anti-migratorie.

Dal sondaggio diffuso da Ard la Cdu di Friedrich Merz col 29% delle preferenze emerge come il partito più forte. In effetti però la volata della AfD per molti è dovuta anche dai toni usati dalla dirigenza dell’Unione Cdu-Csu nell’attaccare il governo. Il capo della Cdu in Turingia Mario Voigt, per affossare il progetto della maggioranza di imporre la catalogazione dei riscalamenti degli edifici per poter pianificare le reti di distribuzione di calore comunali, ad esempio, ha parlato di Energie-Stasi (la Stasi, come noto, era la polizia segreta della ex Ddr). Accarezzando l’uditorio di destra, c’è il rischio di rendere più attrattivo il partito di Weidel e Chrupalla come il “vero originale”.

L’Alternativa per la Germania non guadagna tanto per il consenso ai suoi temi politici, quanto apertamente come bacino per un 79% di delusi; non per niente l’84% degli intervistati afferma che Scholz deve dare più chiaramente l’indirizzo alla sua conflittuale maggioranza. Il 32% dei seguaci della AfD dichiara esplicitamente di voler votare il partito per convinzione, ma ben il 67% afferma che lo farebbe per delusione dagli altri partiti. In autunno si voterà in Assia ed in Baviera, al momento la AfD vi è rispettivamente data all’11 ed al 12%. In un recente podcast Chrupalla ha già sottolineato soddisfatto: “Il litigio domina questo cosiddetto semaforo”.

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