Sembrava aver chiuso con la politica retribuita, dopo aver mancato l’elezione alla Camera a settembre. Ma nell’arco di poche settimane ha cambiato idea e ha ottenuto un incarico da sessantamila euro l’anno. Marco Vincenzi, presidente del Consiglio regionale del Lazio con il Pd durante l’ultima amministrazione Zingaretti, dopo 25 anni in politica a gennaio aveva dichiarato in un post su Facebook che sarebbe tornato a fare il medico, ringraziando il sindaco di Roma Roberto Gualtieri “per la proposta di seguire, con un incarico a titolo gratuito” gli interventi per il prossimo Giubileo. Aveva anche sottolineato di non avere “necessità di incarichi remunerativi” perché provvisto “di una posizione lavorativa che prescinde ed è indipendente dalla politica”. Appena tre mesi dopo ha cambiato idea e ha accettato l’incarico: solo che non è più “a titolo gratuito”, ma dietro un compenso di circa 240mila euro lordi per quattro anni (fino al 31 dicembre 2026), con qualifica di dirigente, rimborsi e benefit annessi, per una “consulenza specialistica” per monitorare gli “interventi essenziali e indifferibili connessi alle celebrazioni del Giubileo della Chiesta cattolica 2025”, si legge nel contratto, firmato dallo stesso sindaco in qualità di commissario straordinario all’evento, a cui Vincenzi farà anche da “figura di supporto” per l’utilizzo di alcuni fondi del Pnrr (circa 500 milioni).

Insomma, il solenne impegno di gennaio è nato e morto in poco tempo, ma ha comunque “incredibilmente” predetto l’esito finale di una selezione pubblica bandita qualche mese dopo da Gualtieri. “Selezione” per modo di dire, visto che l’unico candidato a presentare domanda è stato proprio Vincenzi. La procedura si è conclusa a tempo di record: il 28 marzo è stato emesso l’avviso di ricerca del consulente, con soli sette giorni di tempo per presentare della domanda, e il 7 aprile Gualtieri ha scelto Vincenzi. Una tempistica “coerente con l’urgenza di individuare, quanto prima, la figura professionale necessaria che potesse validamente supportare il Commissario”, spiegano da Roma Capitale, sottolineando che il conferimento dell’incarico all’ex presidente del Consiglio regionale è dovuto soltanto alle sue capacità professionali. Nessun collegamento, quindi, con il fatto che Vincenzi abbia supportato due candidati sostenuti da Gualtieri alle ultime elezioni regionali nel Lazio, Mario Ciarla ed Eleonora Mattia, entrambi eletti raccogliendo circa 1.100 preferenze a Tivoli, cittadina a est della Capitale dove il politico dem ha lo zoccolo duro del suo bacino elettorale, avendo iniziato lì la sua carriera come sindaco nel 1999, per poi traslocare prima in Provincia e poi in Regione.

Leggendo le carte, inoltre, sembra che al Comune di Roma scarseggino competenze, visto che la scelta di Vincenzi come consulente è stata fatta dopo aver svolto una verifica interna senza però trovare personale adeguato “a causa della carenza delle specifiche professionalità”, si legge. Per il Campidoglio, invece, l’ex presidente dell’assemblea della Pisana è “in possesso di tutti i requisiti professionali richiesti per questo delicato incarico”, con una serie di competenze fondamentali come anche la “capacità di rapportarsi con le più alte istituzioni governative, con le altre pubbliche amministrazioni e con i media”. Non tutti i media, però, visto che ilfattoquotidiano.it ha provato invano a contattarlo decine di volte per chiedergli conto di questo repentino cambio di posizione e capire anche il suo ruolo nella Acque Albule spa, società in house del Comune di Tivoli che gestisce le Terme dove è tornato a lavorare, per fugare ogni dubbio su eventuali incompatibilità con il ruolo di consulente per il Giubileo. Informazioni introvabili anche nella sezione “amministrazione trasparente” del sito web della Acque Albule. Tre mesi prima di ottenere l’incarico accanto a Gualtieri, Vincenzi dichiarava su Facebook di essere grato al sindaco per la fiducia espressa e per l’opportunità di proseguire un percorso che fin dall’inizio aveva “intrapreso non per necessità ma per passione”. Passione con un piccolo, si fa per dire, incentivo.

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