Nessun allarme e nessuna emergenza sanitaria. Per le popolazioni colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna “c’è una cosa da fare ora: evitare di esporre la cute al contatto con l’acqua, perché dobbiamo presumere che sia sporca, contaminata. Ma attenzione: non è un allarme sanitario”, perché “non abbiamo avuto casi di malattia e speriamo di non arrivarci. Siamo in una fase di pre-allerta” che impone di “adottare precauzioni di carattere igienico-sanitario”. Raffaella Angelini, direttrice del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl Romagna, spiega in un’intervista al Quotidiano nazionale che al momento non ci motivi di pericolo. “Ho visto gente che camminava nell’acqua con gli infradito ed è stato ciò che mi ha indotto a diffondere raccomandazioni che possono sembrare banali, ma sono fondamentali”, assicura. “Per prima cosa – avverte – quando si lavora bisogna avere stivali e guanti impermeabili“.

Le indicazioni igienico sanitarie – “Non abbiamo dati analitici” sull’acqua che ha invaso tutto “e non avrebbe senso fare campionamenti in questo momento”, precisa l’esperta. C’è però da presumere che i ristagni possano essere contaminati “da tutto ciò che si trova, o trovava, nelle strade oppure sotto le strade: intendo veicoli finiti a mollo, poi il sistema fognario, le carcasse di animali. Ci sono tanti fattori che possono pregiudicare la qualità dell’acqua”. Ma quali rischi si corrono al contatto con l’acqua? “Se è pulita nessuno – risponde Angellini – altrimenti dipende da quali germi contiene. Diciamo che i germi possono essere causa di tutte quelle malattie infettive che hanno circuito fecale-orale, come salmonellosi, epatite A e così via“. Quindi bisogna usare stivali e guanti. “Se poi una persona viene accidentalmente a contatto con l’acqua – raccomanda la direttrice di Sanità pubblica dell’Ausl romagnola – deve lavarsi bene con il sapone e detergersi anche con un gel idroalcolico, di quelli che usavamo nel periodo del Covid. I bambini devono essere tenuti lontani dall’acqua e in ogni caso i vestiti vanno lavati a caldo, meglio se a temperature superiori a 60 gradi“. Conselice dovrebbe essere evacuata? “Da giorni – ricorda Angelini – il sindaco di Conselice lancia appelli alla popolazione, affinché soprattutto chi abita nelle case sparse se ne vada, non solo per la difficoltà di approvvigionamento, ma perché la situazione non è sicura. Non sarebbe sicura se dovesse verificarsi un’emergenza igienico-sanitaria, non è sicura perché non conosciamo la qualità dell’acqua di uso idro-potabile”. Sul fonte vaccinazioni, “non è un obbligo – puntualizza l’esperta – ma raccomandiamo l’antitetanica. Venerdì saremo a Conselice, nella Casa della comunità, per vaccinare i cittadini, e cercheremo di ripetere la stessa operazione a Sant’Agata e Solarolo, utilizzando i mezzi che sono lì o con un camper”. C’è un problema anche per l’aria? “No – tranquillizza – se l’acqua non produce un effetto aerosol nelle zone allagate. Può esserci un problema, ad esempio, in uno scantinato con del fango secco. Allora è meglio usare mascherina Ffp2 e proteggere gli occhi con una visiera”.

L’assessore alla sanità – “Noi non parliamo di allarme, perché ovviamente le parole in sanità hanno un senso, parliamo di un’attenzione molto forte alla prevenzione. D’altra parte le acque alluvionali possono essere composte anche da reflui provenienti dai sistemi fognari o dalla presenza di sostanze chimiche quindi la prevenzione per noi è essenziale – ha detto Raffaele Donini, assessore sanità Emilia Romagna, a 24 Mattino su Radio 24 -. Per i cittadini e per coloro che stanno operando sul territorio della Romagna, in particolare, abbiamo predisposto anche un vademecum che si trova anche sul sito dell’Ausl Romagna proprio per indicare i trattamenti per la pulizia e la disinfestazione e per tutto quello che occorre fare in questi casi. È opportuno applicare il vademecum che si trova sul sito dell’Ausl e fare il richiamo dell’antitetanica. Ma ripeto, ad oggi, noi non abbiamo una situazione di allarme, abbiamo una situazione di attenzione molto forte ovviamente per la quale sono in atto tutte le procedure di prevenzione”.

L’infettivologo – “Dobbiamo considerare tutta l’acqua che c’è in questo momento in Romagna potenzialmente infetta. Quindi non deve avere contatto con nessuna parte del nostro corpo” spiega Matteo Bassetti, direttore malattie infettive del San Matteo di Genova, ad Agorà su Rai 3, aggiungendo: “La raccomandazione è, oltre a quella di seguire le autorità sanitarie, di evitare di toccare l’acqua stagnante. Lo dico soprattutto ai bambini, alle persone anziane”. Inoltre “in un contesto come quello dell’Emilia Romagna eviterei di pensare ai 10 anni. Bisogna fare una campagna a tappeto di vaccinazione antitetanica anche per chi l’ha fatta un anno fa”. Quanto alle mascherine da indossare contro il rischio di infezione. Bassetti sottolinea che “chi vuole può metterle ma tra tutte le cose da fare credo che siano più importanti altre misure, le muffe non sono un problema per oggi ma lo saranno per il domani se continueranno a proliferare”.

La questione rifiuti – Un altro problema è quello dei rifiuti. Hera ha disposto un servizio straordinario di raccolta rifiuti per le strade colpite dell’emergenza meteo, senza limiti quantitativi e senza appuntamento. La task force sarà in campo 24 ore al giorno è composta da un migliaio di persone e oltre 250 mezzi tra cui idrovore, autospurghi, motopompe e mezzi per la raccolta dei rifiuti. In base alle attività di raccolta già avviate in questi giorni, Hera stima di raccogliere nei territori colpiti dall’emergenza oltre 100.000 tonnellate di rifiuti, una quantità che normalmente nelle stesse aree viene raccolta in dieci mesi.

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