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“Bambini che provano armi vere e studenti in visita nelle basi da guerra”: l’appello contro la militarizzazione delle scuole

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Basta con i militari nella scuola e con gli studenti nelle caserme. A lanciare l’appello è l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole nato nei giorni scorsi su iniziativa dei Cobas, di “Mosaico di Pace” e di Pax Christi, che hanno convocato un’assemblea alla quale hanno partecipato oltre cento persone provenienti da tutt’Italia. In particolare docenti, ma non solo. Il dito è puntato contro l’aumento delle collaborazioni tra scuole e forze armate, sotto forma di uscite didattiche o attraverso i Ptco, ex alternanza scuola/lavoro.

“Parliamo di attività spesso sollecitate dagli Uffici scolastici provinciali e regionali – hanno spiegato durante la riunione alla quale ilfattoquotidiano.it ha partecipato – condotte all’interno di basi e aeroporti militari da personale in divisa e finalizzate alla formazione degli studenti sui temi più svariati. Riteniamo si tratti di un’impropria invasione di campo, in quanto le questioni di didattica e di metodologia di insegnamento sono di competenza degli insegnanti e non certo del personale militari”.

Le denunce arrivano soprattutto dal Sud Italia: a Sigonella è previsto per il prossimo mese un Pcto per 350 studenti di sette istituti. Anche a Trani, secondo quanto riportato da Michele Lucivero dei Cobas Scuola, dei bambini della primaria avrebbero partecipato a un’iniziativa in caserma prendendo in mano delle vere e proprie armi. Ma non solo. A Caltagirone – come ha riportato anche il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, l’Avvenire – gli studenti dell’istituto “dalla Chiesa” hanno visitato per cinque giorni le principali basi da guerra in Puglia. Mentre a Catania i ragazzi dell’Itc “Besta” si sono cimentati nella manutenzione degli elicotteri della Guardia costiera destinati al progetto “Frontex”. A Riposto i soldati Usa del gruppo volo antisommergibili, invece, hanno spiegato agli studenti le caratteristiche del velivolo P8 Poseidon.

“Vogliamo presentare un rapporto il più completo possibile raccogliendo informazioni da ogni parte d’Italia”, spiega Lucivero a ilfattoquotidiano.it. E aggiunge: “Siamo riusciti a stringere un’alleanza tra realtà diverse proprio perché tutti ci rendiamo contro che la scuola ha spalancato le porte ai soldati”. Tra gli obiettivi dell’Osservatorio c’è proprio quello di intervenire al più presto nei collegi docenti: “Stiamo predisponendo – continua Lucivero – una bozza di delibera che ogni insegnante potrà presentare nel proprio parlamentino affinché non vi siano più dirigenti che permettono la militarizzazione delle aule o Ptco che vengono fatti nelle basi militari”. A breve l’Osservatorio tornerà a riunirsi in gruppi di lavoro: “La partecipazione di oltre cento attivisti – precisa il rappresentante del sindacato – è un segnale molto forte che fa comprendere l’importanza di un lavoro che va fatto insieme, condividendo obiettivi comuni”.

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