A Crema a controllare la qualità dell’aria ci pensa la scuola. L’idea è di Pietro Bacecchi, preside del comprensivo “Margherita Hack”, che ha fatto tesoro dell’esperienza del Covid e che non ha girato le spalle alle linee guida per l’ottimizzazione della qualità dell’aria in ambiente scolastico redatte dall’Istituto superiore di sanità. L’estate scorsa, mentre i suoi allievi erano in vacanza, ha colto al volo l’opportunità della Società italiana di medicina ambientale (Sima) che ha lanciato la campagna “Adotta una Scuola” diretta ad aziende e privati cittadini che vogliono fornire gratuitamente o a costi calmierati tecnologie per migliorare la qualità dell’aria indoor.

Una proposta nata dagli studi condotti da Sima che hanno quantificato in valori inferiori all’1% il rischio di contrarre il Covid-19 laddove vengano mantenuti livelli di CO2 pari o inferiori a 700 ppm (parti per milione).

L’11 maggio c’è stato il “taglio del nastro”: in quattro plessi sono stati attivati dei sensori che servono da “sentinella” a tutto il quartiere mentre in undici aule della primaria di Ombriano ci sono dei dispositivi di purificazione dell’aria. “La nostra filosofia – spiega Bacecchi – è quella di essere un presidio sociale, culturale ma anche ambientale per l’intera città. Questo progetto potrebbe essere esteso ad altri quartieri in modo che l’amministrazione possa intervenire in maniera puntuale sul singolo quartiere”. Bacecchi ha stretto un’alleanza con Sima che ha messo a disposizione le competenze degli esperti del proprio comitato scientifico: medici, epidemiologi, biologi, chimici, fisici, ingegneri, matematici, tecnologi. La scuola di Crema è stata messa in contatto con la società AirScape che ha proposto all’istituto l’acquisto a condizioni agevolate della strumentazione per il controllo dell’aria e donato i device per le classi. “Per la prima volta – spiega Andrea De Vizio, managing director – portiamo nel mondo il monitoraggio dei dati sulla qualità dell’aria in tempo reale e strada per strada. Questo fa una bella differenza, dato che la qualità dell’aria è un fattore iperlocale, cambia da una via all’altra. Le informazioni che vengono visualizzate oggi sui cellulari, purtroppo, sono fortemente incomplete e non rispecchiano la realtà locale. Con le nostre soluzioni rendiamo possibile monitorare la qualità dell’aria”.

A Crema il progetto è partito grazie alla sensibilità del dirigente che ha coinvolto il consiglio d’istituto e i ragazzi educandoli così al rispetto dell’ambiente e facendoli riflettere sulle conseguenze del traffico, ad esempio: “Se il Comune e la Regione ci sosteranno il nostro potrebbe diventare un progetto pilota. Vogliamo essere una scuola che fa la sua parte nella comunità. Vogliamo coinvolgere altri istituti, essere promotori di un piano che abbia la priorità di dare ai nostri ragazzi ma anche alle loro famiglie una qualità dell’aria che possa essere un bene per tutti”.

Articolo Precedente

Caro affitti, studenti e sindaco di Milano si rivolgono al governo: “Necessario che faccia la sua parte”. Ecco le proposte avanzate

next
Articolo Successivo

Le mascherine mutanda diventano tende a scuola: risolto il costoso problema dello smaltimento

next