Tra quelli che il governo definisce “interventi urgenti” per “fronteggiare l’emergenza” provocata dall’alluvione in Emilia-Romagna e Marche, il governo Meloni infila anche una norma sui rigassificatori. L‘articolo 16 del decreto da oltre 2 miliardi di euro di aiuti approvato dal Consiglio dei ministri prevede infatti una semplificazione della “disciplina in materia di realizzazione di nuova capacità di rigassificazione nazionale e si qualificano come opere di pubblica utilità, indifferibili e urgenti, quelle a ciò finalizzate mediante unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione“, come riferisce il comunicato di Palazzo Chigi.

“Semplicemente sconcertante“, commenta il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. “Ci troviamo di fronte al fatto inaccettabile di utilizzare l’emergenza alluvione per far passare il potenziamento di una delle fonti fossili responsabili degli eventi climatici estremi che hanno messo in ginocchio la Romagna”, sottolinea Bonelli. Che nella sua nota aggiunge: “Da un lato si parla di emergenza climatica e dall’altro si potenziano le infrastrutture energetiche fossili che sono tra le prime cause dei cambiamenti climatici in atto”.

Il rigassificatore di Ravenna – Il Comune di Ravenna, una delle zone più colpite dall’alluvione, pochi mesi fa aveva autorizzato proprio la realizzazione di uno dei due rigassificatori (l’altro a Piombino) previsti nell’ambito della strategia del governo per fronteggiare l’emergenza energetica. Una strategia che ha deciso di puntare in particolar modo sul gas, per trasformare l’Italia in una sorta di hub dell’Europa. A inizio novembre scorso era arrivato il via libera definitivo con la firma del decreto autorizzativo: l’arrivo del rigassificatore galleggiante BW Singapore è atteso per l’autunno 2024. Una gigantesca nave da 300 metri (alta quasi 50) capace di riportare allo stato gassoso 5 miliardi di metri cubi l’anno di gnl (gas naturale liquefatto). Nel frattempo però devono partire i lavori per realizzare il terminale: il rigassificatore sarà posizionato a 8,5 km dalla costa e sarà collegato da un metanodotto che proseguirà per altri 34 km a terra, attaccandosi così alla rete di distribuzione nazionale. Inoltre, sempre a Ravenna dal 2025 potrebbe trovare posto anche la Golar Tundra, il rigassificatore che attualmente si trova a Piombino.

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