Sirena. Sì, non si può non partire da una figura mitologica per raccontare un mito calcistico, cominciato esattamente 50 anni fa. In realtà in questo caso le creature metà donne e metà pesce non c’entrano nulla, nel caso di specie si parla di Sirena sì, ma di Paolo Sirena, oggi avvocato e il 20 maggio del 1973 calciatore del Verona, primo marcatore di un Hellas-Milan finito 5-3 che diede il via alla leggenda della “Fatal Verona”. Già, perché il Milan di “Paròn” Rocco nella stagione 1972/73 è la più forte di tutte: nel girone d’andata chiude a pari punti con la Juventus, poi prende il largo nel girone di ritorno salvo rallentare fino ad arrivare alla penultima giornata con un punto di vantaggio su bianconeri e Lazio, inseguitrici.

Nell’ultimo turno i bianconeri sono impegnati a Roma contro i giallorossi, la Lazio di Chinaglia a Napoli, il Milan a Verona: sulla carta un turno favorevole a Rivera e compagni, nonostante il mercoledì ci sia da giocare la finale di Coppa delle Coppe contro il Leeds a Salonicco. Viaggio impervio per l’epoca arrivare in quella parte della Grecia, con le fatiche dei calciatori accresciute da un campo pesantissimo per un’acquazzone: il Milan chiede di posticipare la gara col Verona, la Lega risponde picche e i rossoneri, con la Coppa delle Coppe vinta al termine di una lunga battaglia con gli inglesi decisa da Luciano Chiarugi, vanno a giocare al Bentegodi consci che basterà una vittoria.

La situazione infatti dice Milan 44, Lazio e Juve 43. Una gara facile sulla carta: il Verona di Cadé è ancora in lotta per la retrocessione ma potrebbe anche perdere e salvarsi. Il Benetegodi è rossonero, ma a Rocco notoriamente scaramantico l’atmosfera non piace. E infatti dopo 29 minuti il Verona è in vantaggio di 3-0. Zigoni sembra pattinare nella difesa del Milan e regala palla a Sirena che deve solo spingerla dentro, poi un gran tiro di Luppi si impenna dopo la deviazione di Sabadini e finisce sotto la traversa battendo Vecchi, passano quattro minuti e Bergamaschi supera con un tunnel Turone e mette al centro per Luppi che segna ancora.

In quel momento arrivano però buone notizie dagli altri campi: la Lazio di Chinaglia non riesce a passare in casa del Napoli, la Juventus invece perde a Roma grazie al gol di Spadoni. Una situazione che porterebbe Lazio e Milan a 44 punti e allo spareggio. Il Milan prova a riprenderla dopo un gol di Rosato, ma intanto la Juventus pareggia nel secondo tempo con Altafini: con quei risultati, visto il regolamento dell’epoca, si profilerebbe addirittura un inedito spareggio a tre tra Milan, Juventus e Lazio. Il Verona dilaga segnando altri due gol in due minuti con Luppi e un autogol di Turone, il Milan accorcia con Sabadini e Bigon. Ma intanto a Roma, festeggiato addirittura anche dai tifosi giallorossi, segna la Juventus con Cuccureddu: notizia che fa crollare anche la Lazio a Napoli, superata da un gol di Damiani. È uno choc tra i tifosi rossoneri, che avevano già pronto lo champagne per il decimo scudetto, quello della stella. Seguiranno accuse e veleni: si parla di premi a vincere per Verona e Napoli.

Da Sirena a Sotomayor, creatura altrettanto mitologica: penultima giornata del campionato 1989/90, Milan e Napoli sono appaiate a 47 punti, con i partenopei di Maradona impegnati a Bologna, i rossoneri di Sacchi ancora una volta al Bentegodi. Al Dall’Ara non c’è partita col Napoli in vantaggio per 3-0 già dopo un quarto d’ora e sembra che la stessa sorte abbia la gara di Verona con Marco Simone che su punizione trova il vantaggio. Anche in questo caso, visto l’ultimo turno che vede il Napoli impegnato in casa con la Lazio già salva e senza ambizioni, e il Milan a San Siro col Bari nella stessa identica situazione della Lazio, si va verso uno spareggio. Ma i rossoneri a Verona sono nervosi dopo il pareggio di testa di Sotomayor, Sacchi e i suoi vedono nell’atteggiamento dell’arbitro Lo Bello ostilità: Van Basten viene ammonito, si toglie la maglia per protesta e viene espulso, stessa sorte tocca a Rijkaard per insulti. E in nove uomini il Milan si apre alle incursioni del Verona, che passa con Davide Pellegrini. Anche in questo caso la sconfitta in terra scaligera è fatale per le ambizioni scudetto rossonere. E siamo ai giorni nostri: il 4 giugno 2023 all’ultima giornata c’è ancora Milan-Verona, stavolta non al Bentegodi però. I rossoneri non si giocano lo scudetto, ma in ballo per loro probabilmente ci sarà un posto Champions, per il Verona la permanenza in Serie A. Dunque potrebbe essere “Fatal Milan” o di nuovo “Fatal Verona”. Rimanendo in ambito di miti magari da Sirena a Messias… o magari a un più casereccio Lasagna.

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