Ho ricevuto sulla mia mail un nuovo messaggio da Ryanair che spesso il vettore low cost invia ai suoi clienti o potenziali tali. Non era la solita offerta tariffaria o di viaggio accattivante. Questa volta Ryanair si supera. E non è solo la solita sfacciataggine, più o meno gradita dai consumatori; di più.

Nel messaggio Ryanair si lamenta di 39 scioperi dei controllori di volo francesi nel 2023. Non per giustificare eventuali ritardi o cancellazioni sui sorvoli dei cieli transalpini, ma per invitare i consumatori a firmare una lettera alla Presidente della commissione Europea Ursula von der Leyen “per proteggere i passeggeri durante gli scioperi dei controllori di volo”.

Cosa dovrebbe fare la Presidente della Commissione? Il messaggio è chiaro: cari consumatori, firmate per far adottate dei provvedimenti anti sciopero non solo in Francia ma in tutta Europa, visto che non si specifica su quale spazio aereo. Basta un clic!

Ma non sono solo i clienti del gruppo Ryanair ad essere coinvolti direttamente. Oggi lo sono anche i dipendenti, che in volo sono tenuti a leggere, su ogni tratta, un annuncio di bordo “per diffondere la consapevolezza” tra i passeggeri, con l’invito a firmare la petizione, diventando inconsapevolmente parte attiva della campagna politica contro il diritto di sciopero e soprattutto contro il diritto alla compensazione in caso di ritardi o cancellazioni, prevista invece a loro tutela dall’attuale Regolamento europeo 261/2004, noto come Carta dei diritti del passeggero.

La compagnia aerea ha recentemente confermato di aver già raccolto oltre 600.000 firme dai suoi passeggeri, attratti dal miraggio della “libera circolazione dei cittadini europei”, principio del Trattato dell’Unione Europea che in realtà la stessa compagnia aerea, consapevolmente e deliberatamente, viola da decenni. Secondo il diritto dell’Unione Europea, infatti, il diritto alla libera circolazione delle persone sancisce l’abolizione di ogni discriminazione tra i lavoratori fondata sulla nazionalità, per quanto riguarda l’impiego, la retribuzione e qualunque altra condizione di lavoro. In poche parole il diritto alla libera circolazione si contrappone alla loro nota pratica di localizzare la propria attività prevalentemente in aree in cui la stessa riesca a beneficiare di disposizioni meno restrittive in materia di lavoro o in cui il costo del lavoro sia inferiore.

C’è da chiedersi quindi se oggi possedere la più grande e potente compagnia aerea d’Europa possa consentire anche il diritto completo sull’utilizzo dei dati personali di tutti i passeggeri che utilizzano i suoi servizi, o se questo possa configurarsi in una palese violazione dei diritti di privacy, con conseguente quantificazione e pretesa di risarcimento per danni materiali e immateriali, ma di questo dovrà occuparsene il garante della privacy.

Con il pretesto di adottare tariffe scontate, il vettore irlandese si è da sempre distinto in numerosi comportamenti anti sindacali. Famosa la battuta dell’istrionico Ceo O’Leary di qualche tempo fa, in cui invitava i piloti a spendere i soldi non per una tessera sindacale, ma per andare a donne.

Nel nostro Paese ha fatto di più. Nel nostro Paese ha basato la maggior parte dei suoi aerei, riuscendo ad ottenere lauti sussidi dalle società aeroportuali sotto il nome di co-marketing, ricattandoli – quando necessario – di spostare i voli in un altro scalo. L’Italia non a caso è il Paese con il maggior numero di aeroporti e di conseguenza semivuoti.

In Italia Ryanair è stata sotto indagine per evasione fiscale, contributiva e comportamento antisindacale, ma nonostante questo continua a colonizzare il Paese indisturbata. Ha già trovato terreno ultra fertile, non pretenda ora di farci anche firmare appelli anti sciopero. Gli scioperi dei controllori sono stati effettuati il 16 settembre 2022, l’11 febbraio 2023 e il 1° maggio: sono tre, non 39 come sostiene il vettore irlandese. Motivo: aumenti salariali e assunzioni.

Abbiamo già ricevuto e pubblicato una comunicazione di Ryanair in merito, disponibile qui.

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Ryanair:

In riferimento all’articolo apparso in data 16 maggio segnaliamo che Ryanair non ha mai detto di essere contraria al diritto di sciopero. Vi invitiamo a consultare anche questo comunicato stampa.

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