Nessun incentivo per le famiglie con collaboratori domestici. Andrea Zini, presidente dell’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico (Assindatcolf), ha notato che “nel testo approvato dal governo Meloni è sparito l’annunciato raddoppio del limite di deducibilità dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro di colf, badanti e baby sitter“. Nelle prime versioni del decreto Lavoro era previsto che il tetto salisse da 1.549,37 a 3.000 euro, in quella inviata alla Ragioneria generale per la bollinatura la norma è scomparsa “molto probabilmente per questioni di coperture economiche”.

Quella misura “seppur parziale rispetto alle reali esigenze del comparto, avrebbe comunque rappresentato un importante cambio di passo rispetto alle politiche fino ad oggi messe in campo a sostegno delle famiglie”, secondo Zini. “Al contrario, il settore continua ad essere considerato di serie B, come se non avesse a che fare con i drammatici trend sulla natalità e con la questione della non autosufficienza. Questa ennesima esclusione, che tra l’altro riguarda anche le misure per il cuneo fiscale e gli incentivi per l’assunzione dei neet, ci lascia perplessi più di altre volte”. Anche considerando che “da gennaio 2023 le famiglie sono alle prese con importanti aumenti retributivi scattati a causa della galoppante inflazione e che potrebbero essere confermati anche per il prossimo anno, con allarmanti ricadute sul settore”.

La richiesta dunque “continua ad essere quella della totale deducibilità del costo del lavoro domestico, non solo i contributi, dunque, ma anche le retribuzioni (che rappresentano la voce più pesante sulla spesa), le tredicesime ed i tfr”, aggiunge Zini. “L’auspicio è che il governo possa avviare una stagione di dialogo anche con realtà come la nostra che rappresenta milioni di famiglie che ogni giorno, non per lusso o per capriccio ma per conciliare i tempi di vita e di lavoro, sono costrette ad affidarsi alle cure di terzi, dando vita ad un vero e proprio welfare ‘fai da te’ che, purtroppo però, continua a non godere di alcun supporto da parte dello Stato”.

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