Trent’anni di reclusione per duplice omicidio volontario, occultamento e vilipendio di cadaveri. È la condanna che ha ricevuto Elona Kalesha dalla Corte di Assise di Firenze. La 38enne è ritenuta responsabile, in concorso con persone al momento ignote, di aver ucciso Shpetim e Teuta Pasho, suoi connazionali e genitori del suo ex fidanzato Taulant Pasho, scomparsi alla fine di ottobre del 2015 e i cui corpi, fatti a pezzi, vennero ritrovati nel dicembre del 2020 in alcune valigie abbandonate in un terreno tra il carcere fiorentino di Sollicciano e la superstrada Firenze-Pisa-Livorno.

Secondo l’accusa, sostenuta dalle pm Ornella Galeotti e Beatrice Giunti, che aveva chiesto la condanna all’ergastolo per l’imputata, la donna avrebbe ucciso i due coniugi per evitare che rivelassero che aveva abortito un figlio concepito quando il fidanzato era detenuto. Per la difesa, sostenuta dall’avvocato Federico Febbo, invece Kalesha doveva essere assolta perché, sulla base delle risultanze probatorie, “non si sa se abbia ucciso, con chi avrebbe ucciso e perché avrebbe ucciso”.

La scomparsa dei coniugi Pasho, arrivati in Italia per salutare il figlio Taulant, che sarebbe uscito dal carcere di Firenze la mattina del 2 novembre del 2015, venne denunciata dalla figlia della coppia, Vitore, ai carabinieri di Castelfiorentino (Firenze). Secondo l’accusa, la 38enne avrebbe commesso il duplice omicidio la sera prima che Taulant uscisse di prigione, nell’appartamento affittato a Firenze proprio per l’arrivo dei coniugi.

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