Prima introduce la notizia sulla polemica tra il fisico Carlo Rovelli e il ministro della Difesa Guido Crosetto, bollandola come una “vicenda che non resterà nella storia della politica italiana”. Poi esprime la sua critica tagliente ai sindacati che hanno invitato Rovelli sul palco del Concerto del primo maggio. Il direttore del TgLa7, Enrico Mentana, durante l’edizione serale del notiziario, dice la sua sulle parole del fisico Rovelli, seppure con toni più morbidi rispetto a quanto ha scritto nella stessa mattinata sulla sua pagina Facebook, (“La cosa che mi è piaciuta di meno nell’intervento del fisico Rovelli (…) è che – anche per il contesto – fa passare l’idea che aiutare gli ucraini sia di destra e bellicista, e invece non farlo sia di sinistra e pacifista. Io credo esattamente il contrario: a meno che difendere il più debole e l’aggredito contro la prepotenza dell’aggressore non sia diventato una colpa. Del resto – la storia insegna sempre qualcosa – a Mosca esultarono e infierirono sui vinti quando Hitler invase la Polonia, e si congratularono quando invase la Francia”).

Durante il TgLa7, Mentana punta il dito contro i sindacati: “Resta da porsi una domanda, senza polemica, perché ognuno può dire quello che vuole. Ma perché c’era il professor Rovelli al concerto del primo maggio? Non ci è andato di sua iniziativa, è stato invitato evidentemente per dire quelle cose. Ma allora? Il presidente della Repubblica dice esattamente l’opposto sui temi della guerra, quindi il presidente della Repubblica è fuori linea, è antisindacale, è anti primo maggio? Ecco – conclude – faccio timidamente soltanto queste domande, perché se vogliamo fare il gioco che la pace è bella e la guerra è brutta, siamo tutti d’accordo. Ma la guerra non l’abbiamo certamente provocata noi. Semmai il nostro paese sta al fianco di chi la guerra l’ha subita dal 24 febbraio dell’anno scorso”.

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