Nel suo ultimo libro, uscito giusto un anno fa, aveva definito il nucleare “uno spettro”. Fino all’ultimo ne era convinto Umberto Minopoli, politico e manager, dal 2013 presidente dell’Associazione italiana nucleare. Si è spento la notte scorsa, all’età di 69 anni, dopo una carriera che lo ha visto occupare dall’ultimo decennio degli anni Novanta posizioni di responsabilità in ambito tecnico e politico. Originario di Pozzuoli, in provincia di Napoli, aveva esordito come consigliere del ministro per lo Sviluppo Economico per le politiche industriali. Dal 1993 al 1995 era stato nel Dipartimento Studi del Gruppo Finmeccanica, dal 1996 al 1999 fu capo della segreteria tecnica del ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999 e poi ai Trasporti fino al 2001. Tra il 2002 e il 2004 è stato membro del Cda di Piaggio Aeronautics. Nel suo “Nucleare. Ritorno al futuro”, edito da Guerini e Associati, uscito giusto un anno fa aveva messo nero su bianco la curva della parabola del nucleare e dell’economia italiana, collegando la chiusura delle centrali al progressivo arretramento tecnologico con uno sguardo rivolto anche al futuro, convinto che senza l’atomo non sarà possibile sconfiggere il cambiamento climatico.

In queste ore molti lo ricordano, a partire da Giorgio Napolitano con cui era cresciuto politicamente partendo dalla Federazione del Pci di Napoli. “La sua prematura scomparsa arreca un grande dolore. Di Umberto ho sempre apprezzato il sincero impegno riformista, cui è rimasto fedele anche pagando non pochi prezzi politici; la lucida passione con cui ha portato avanti le sue idee, temperata dall’ironia e dall’umanità di noi napoletani; la dinamica attività manageriale nel settore pubblico. Alla moglie Carmela, ai figli Giacomo e Carlo, ai famigliari e a chi lo ha conosciuto e stimato invio, assieme a mia moglie”, scrive l’ex presidente emerito della Repubblica. In coda molti politici ed ex di area riformista, dal Pd a Forza Italia. “Abbiamo iniziato insieme l’impegno politico alla metà degli anni ’70 e in questi cinquant’anni ci siamo accompagnati condividendo mille momenti di impegno comune. E sempre il suo dire e il suo agire erano ragione di arricchimento” è la nota di Piero Fassino.

“Se oggi, in Italia, abbiamo superato il muro ideologico contro il nucleare è merito anche di persone come Umberto Minopoli. Dando seguito a questo impegno voteremo in settimana delle mozioni per il nucleare. Caro Umberto, mancherai ma faremo tesoro di quanto hai fatto e insegnato”, è il commento di Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia. “Con la sua scomparsa perdo un amico e l’Italia un dirigente capace, appassionato e un tecnico di indiscutibile valore lo ricorda Carlo Calenda, leader di Azione – Voglio ricordare il suo impegno e la sua battaglia per il nucleare in nome della quale continueremo a onorare la sua memoria”.

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