Altro che transizione ecologica, per i tedeschi il faro è tornato a essere l’austerity. Dopo un anno di guerra tra Russia e Ucraina, con un’inflazione galoppante e uno sviluppo economico debole, quasi due terzi della popolazione in Germania chiede al governo di spendere meno, di tornare frugale. È il risultato del sondaggio commissionato dalla Faz all’istituto Allensbach, che certifica come gli eventi recenti abbiano stravolto l’opinione pubblica tedesca, spostandola drasticamente a destra. Secondo le intenzioni di voto, infatti, l’Alternative für Deutschland è arrivata al 16 per cento, superando nei sondaggi i Verdi, fermi al 15%. Il sorpasso era stato già certificato domenica dall’istituto Insa: nel sondaggio realizzato per la Bild, l’AfD arrivava appunto al 16%, mentre il secondo partito della coalizione di governo scendeva al 14,5%. È una conferma: l’ultradestra oggi è la terza forza politica della Germania.

Come si è arrivati a questo punto, solamente un anno e mezzo dopo l’elezione che aveva sancito la fine dell’era Merkel portando al governo la Spd di Olaf Scholz insieme ai Verdi (e ai liberali)? La congiuntura economica, riflesso del conflitto scatenato da Vladimir Putin alle porte dell’Europa, ha fatto esplodere le divergenze all’interno di una coalizione fragile, per via della presenza della Fdp. I liberali del falco Christian Lindner, che dopo la scelta di entrare nel governo hanno avuto una crisi di consensi, da qualche mese hanno iniziato a recitare il ruolo del terzo incomodo, portando la Germania sull’orlo di una crisi di governo. È tornata in auge la retorica dei Verdi come “il partito dei divieti“, dell’ambientalismo sfrenato. I liberali hanno alimentato la polemica sulla discussa norma per lo lo stop ai riscaldamenti a gasolio e gas, sullo spegnimento delle centrali nucleari, sugli investimenti green che fanno aumentare la spesa pubblica tedesca. E in Europa hanno giocato da soli, ottenendo il via libera ai carburanti sintetici (e-fuel) e lottando per una maggiore rigidità delle nuove regole del Patto di Stabilità.

Ha funzionato. Per Allensbach la FdP è al 7,5%, per Insa si colloca al 9: in ogni caso, entrambi i sondaggi certificano il guadagno di un punto percentuale rispetto a un mese fa. L’estrema litigiosità del governo invece ha penalizzato la Spd e i Verdi: i socialdemocratici veleggiano ormai attorno al 20%, sempre più lontani dalla Cdu che invece si avvicina al 30 per cento. I Verdi hanno registrato per Insa il peggior risultato degli ultimi 14 mesi, vedendosi scavalcati appunto dalla AfD. E così la coalizione al governo ha perso la maggioranza dei consensi nel Paese. L’ultradestra è cresciuta esponenzialmente – alle urne del settembre 2021 aveva raccolto poco più del 10% – cavalcando, in ambito economico, le stesse tematiche dei liberali (ma con la forza di essere all’opposizione). Basta nuove tasse, basta nuova spesa pubblica. Inoltre, non ha mai rinunciato alla sua battaglia identitaria, quella contro i migranti, alla quale ha affiancato la contrarietà totale all’invio di armi in Ucraina. Alternative für Deutschland e Die Linke sono i due partiti schierati apertamente per il no agli aiuti militari: l’estrema sinistra però non sembra giovarne, visto che i sondaggi non le attribuiscono più del 5% dei consensi.

L’ultradestra invece ha avuto la possibilità di unire i timori dei tedeschi per gli effetti della guerra con la loro atavica paura per l’inflazione. E di scagliare queste due tematiche contro gli investimenti per l’ambiente che i Verdi continuano a proporre, chiedendo maggiore flessibilità nel bilancio e un aumento delle tasse. Argomenti che stuzzicano non solo l’elettorato storico dell’AfD, ma anche l’elettore tedesco che vive lontano dalla modernità delle grandi città. L’ultradestra si prepara così ad affrontare un 2024 che prevede tre cruciali appuntamenti elettorali: le elezioni in Sassonia, Turingia e Brandeburgo. Sono tre Land dell’Est, dove l’AfD da sempre raccoglie la stragrande maggioranza dei suoi consensi. Le urne potrebbero restituire un risultato sconvolgente a favore di un partito che finora è rimasto sempre fuori dal perimetro delle alleanze di governo, a Berlino come nei Länder. Ma una ulteriore crescita nei sondaggi potrebbe stravolgere anche questa linea rossa, che a suo tempo Angela Merkel aveva tracciato anche per la sua Cdu. Ora però alla guida dei conservatori c’è Friedrich Merz, l’uomo della svolta a destra.

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