Ricorda ancora tutto alla perfezione, dai voli al contesto di un’Italia che usciva dalla guerra per rimettersi in piedi. Yvonne Girardello, prima hostess d’Italia, compie 100 anni. Un traguardo notevole, raggiunto con la serenità di chi ha vissuto una vita da pioniera ma in modo del tutto naturale. E senza mai aver paura. “Dentro la cabina mi pareva di essere a casa, ero diventata amica degli aerei”, racconta a ilfattoquotidiano.it dalla sua casa, al Lido di Venezia. Un secolo vissuto da donna libera e consapevole delle proprie scelte. Dal lavoro sugli aerei alle passioni, una su tutte la scrittura. Con una profonda coscienza civile, che l’ha portata a impegnarsi per amore di Venezia e della sua laguna, attraverso lotte di stampo ambientalista ma anche socio-economico. Una militanza raccontata nel libro ‘La battaglia del Fronte per la difesa di Venezia e della sua laguna – 1966/1973’, pubblicato alcuni mesi fa, alla tenera età di 99 anni.

Nata a Venezia il 29 aprile 1923, Annita Girardello – per tutti Yvonne – ha sempre vissuto tra la laguna e il mare, al Lido. Proprio qui, in quella che un tempo era nota come “l’Isola d’oro”, cominciò a lavorare per le Officine Aeronavali, quando l’aeroporto di Venezia era lo storico Giovanni Nicelli a S.Nicolò, nella parte nord dell’isola. “Ero impiegata, con il compito di controllare gli aerei che venivano riparati durante la guerra – racconta Yvonne – Ce n’erano anche di tedeschi perché allora eravamo alleati della Germania. Avevo vent’anni”. Poi la svolta, finito il secondo conflitto mondiale: non più bombe, ma servizio civile. Quelli che erano aerei militari (“residuati di guerra”) furono convertiti in aerei per trasporto passeggeri. Yvonne si fece trovare pronta, superando tutte le prove di resistenza per volare. Assistente di volo, un mestiere che non solo non esisteva ma che proprio non aveva una definizione. Tanto è vero che fu inquadrata come addetta al bar dell’aereo.

Era l’aprile del 1947 quando cominciò a bordo dei bimotori Douglas Dc-3 Dakota della Transadriatica. Dalla rotta classica, Venezia-Roma, fino alle altre tratte, nazionali e internazionali (“Si viaggiava anche in Europa”). Del suo primo volo, il primo civile dopo la guerra, conserva gelosamente alcune foto in un vecchio album. Lei in piedi sulla scaletta dell’aereo, già pronta per decollare. Sotto tutte le autorità, compreso il patriarca di Venezia. “Ero tranquilla, non emozionata”. Dal ’47 al 1954 Yvonne ha volato dal Lido di Venezia sugli aerei Transadriatica e Lai (Linee aeree italiane). I posti per i passeggeri erano 21, con servizio bar e assistenza. Ma durante gli sbalzi tutti si sentivano male, Yvonne no. “Bisognava stare bene e allo stesso tempo far stare bene gli altri”. Un’antesignana delle hostess, che per un anno e mezzo ha volato tutti i giorni (“Non era facile trovare persone non dico alla mia altezza, ma all’altezza del compito”). Nuvole, fulmini, nebbia e venti contrari: si partiva la mattina e si rientrava la sera, senza alcun timore. Un’esperienza proseguita poi per alcuni anni come hostess di terra. Avventure che Yvonne ha voluto raccontare in un libro pubblicato nel 2008, ‘Appunti di volo’.

Ma la vita di Yvonne non è solamente legata agli aerei. Gestì un negozio di vestiti per bambini e lingerie artigianali, nel sestiere di San Marco. Quando il 4 novembre 1966 la terribile acqua granda l’alluvione che colpì Venezia, travolgendo e danneggiando gravemente anche il suo negozio, Yvonne fu tra i tanti che presero coscienza delle conseguenze delle scelte politiche collegate allo sviluppo dell’area industriale di Porto Marghera, denunciando le speculazioni dei potentati di allora. Nacque un movimento spontaneo di studenti e cittadini, il Fronte per la difesa di Venezia e della sua laguna, che in anticipo rispetto al ’68 e soprattutto rispetto alle rivendicazioni ecologiste che sarebbero divenute quanto mai d’attualità ai giorni nostri, ottenne anche vittorie importanti, come la nascita della Legge Speciale per Venezia nel 1973. Anche grazie al sostegno di Indro Montanelli, in prima linea nel denunciare i progetti distruttivi della classe dirigente di allora (a partire dal sindaco democristiano Giovanni Favaretto Fisca), mettendo in risalto il rischio di distruzione della città d’acqua. “Lavoravo di giorno e attaccavo manifesti la sera”, racconta Yvonne, che subì anche una querela e fu difesa gratuitamente dall’avvocato Giovanni Battista Gianquinto, ex sindaco del Pci, molto amato dai veneziani. Tra le tante azioni del Fronte, spicca il clamoroso blocco della petroliera Cortemaggiore da parte degli attivisti, a bordo di alcuni pescherecci. In uno di questi c’era anche Yvonne, nominata nel 1979 Cavaliere di San Marco. Un movimento raccontato nel suo libro ‘La battaglia del fronte per la difesa di Venezia e della sua laguna – 1966/1973’, a cura di Ginevra Borghi. E ancora: la passione per la poesia e la collaborazione con giornali e riviste, tra cui Il Sole 24 Ore. Fino al tennis (“Partivo per Roma con la racchetta”, racconta Yvonne) e gli amati bagni al mare. Per il suo compleanno speciale? “Un bel pranzo di pesce in compagnia a Malamocco”. Tanti auguri.

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