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Inchiesta Covid, verso lo spacchettamento e il trasferimento da Bergamo a Brescia

Inchiesta Covid, verso lo spacchettamento e il trasferimento da Bergamo a Brescia
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Dopo la chiusura indagini del 2 marzo scorso per l’inchiesta della procura di Bergamo per la gestione della pandemia nella Bergamasca si profila uno spacchettamento e il trasferimento per competenza funzionale alla procura di Brescia per poi finire al Tribunale dei Ministri laddove si contesta il concorso in epidemia ed omicidio colposi. È lo scenario che potrebbe aprire il provvedimento con cui la Procura generale bresciana ha accolto la richiesta di trasferire la posizione dell’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo avanzata dai sui difensori, Gino Fabio Fulgeri di Napoli e Mario Figliolia di Roma. Richiesta a cui inizialmente si sono opposti i pm bergamaschi e che ora il Pg Guido Rispoli e l’avvocato generale Domenico Chiaro hanno condiviso.

Come si legge nel provvedimento, i reati contestati a Miozzo sono ipotizzati “nella forma della cooperazione colposa” con l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Da ciò “ne consegue la piena applicabilità anche nei suoi confronti della norma che prevede la competenza del Tribunale dei Ministri, e di conseguenza dell’unico ufficio requirente che possa, con esso, interloquire”, ossia la Procura di Brescia.

Inoltre, si legge ancora nell’atto, “valuterà poi la Procura di Bergamo se disporre in via autonoma (…) analoga trasmissione degli atti per competenza”, in relazione agli altri indagati che si trovano nella “medesima posizione” di Miozzo. Tale provvedimento porta a ritenere un eventuale spacchettamento dell’inchiesta: a Bergamo quindi potrebbe rimanere solo il capitolo relativo all’Ospedale di Alzano Lombardo mentre per quello che riguarda l’omissione di atti di ufficio per la mancata applicazione del piano pandemico lombardo la competenza potrebbe passare a Milano. “L’attribuzione della competenza al Giudice naturale precostituito per legge è il primo ineludibile passaggio affinché si chiarisca una volta per tutte l’infondatezza delle accuse” scrivono in una nota, gli avvocati Gino Fabio Fulgeri e Mario Figliolia

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