Un’ora e mezza per un taxi. Se si è fortunati. Già da martedì, il giorno delle prevue, si intuiva l’andazzo. Il traffico in tutta la città è in tilt, gli autobus o navette dopo le 8 di sera sono come l’acqua nel deserto, un miraggio. Ritorniamo in area design: e illuminiamoci d’immenso nel cortile monumentale di Palazzo Serbelloni con l’installazione metallizzata realizzata dall’architetto francese Marc Fornes, deve aver immaginato un gigantesco diamante dalle tante sfaccettature, perfetta location da rituale selfie. Nei saloni affrescati dove sedeva Napoleone adesso troneggia Marc Newson, l’imperatore dell’industrial design, e presenta il suo Cabinet of Curiosity. Si viaggia piu’ leggeri con il nuovo trolly in polipropilene auto-rinforzante e piu’ capiente del 50/%. Nuovo nome di battesimo il “Rolling laggage”. I nomade object da viaggiatore chic d’altri tempi sono da Wonder Room. Pezzi funzionali realizzati da Atelier Oï, Raw Edges, Atelier Biagetti, Marcel Wanders, Zanellato/Bortotto, Studio Louis Vuitton e Studio Campana, il top del design mondiale.

Nelle stesse ore in cui Milan e Napoli si contendevano la Campion League scendeva in campo la maison Hermès che mantiene sempre alta l’asticella: artigianalità ed eleganza, voglia di accarezzare i plaid di morbido cachemire di ispirazione berbera e voglia di stendersi sui tappeti in cotone ricamati a mano. Dentro una scenografia minimalista quanto potente. Fuori la Pelota di via Palermo una tifoseria da stadio premeva per entrare. Set mangereccio con torri di pomodorini, torri di mozzarelline di bufala, alzate di mortadella e trionfo di pasta servita in forma di parmigiano svuotate. E, dulcis in fundo, una tavolata lunga un kilometri di tiramisu.

Si gira l’angolo, Largo Treves. Dopo tanta bellezza il trashume di Toilet Paper by Cattelan fa scendere l’asticella che piu’ in basso non si puo’. Era stato annunciato come l’Evento. Ressa per avere accesso al nulla, o meglio, la solita roba, la rivisitazione del disegn americano anni’50. Ma a meritarsi la coppa dei lazzari ( o se preferite del mal ton) è lo sponsor Seletti. Noi tutti in lista ad aspettare il turno per entrare, arriva lui (me lo dice il gorilla del servizio di (dis)ordine) con un codazzo di amiche impellettate post punk. Ci scavalca e ci spintona, lui è il boss, tutto puo’. Da Hermes e da Louis Vuitton si sentiva parlare francese e inglese, qui solo robusti accenti da hinterland milanese. Viene il dubbio, che fosse l’ennesima provocazione di Cattalan? Venite gente a farvi prendere per i fondelli. Dommage, l’idea era buona, il dress code era “Matchy Matchy with your partner”. Non è specificato di quale genere, in tempi di fluidità . E meno male che il loro slogan era: “Una Visione per ripensare un futuro migliore”. Come risponderebbe Toto’?.

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