La Camera Penale di Roma ha deciso di querelare Sigfrido Ranucci per la puntata di Report del 3 aprile dedicata alle “anomalie” del 41bis che hanno reso possibili ad alcuni mafiosi di aver contatti con l’esterno. “Solo fatti documentati”, è stata la replica del conduttore. Report si era soffermata, tra le altre cose, sugli avvocati difensori. Tra il 2007 e 2008 un singolo avvocato arrivò a difendere contemporaneamente 34 detenuti al 41bis.

Dal censimento del 2016 del Dap, che Report ha mostrato, risulta che “il record di clienti” sarebbe dell’avvocata aquilana Piera Farina: “109 assistiti al 41 bis”, tra cui gli ‘ndranghetisti Giuseppe Mancuso e Nino Imerti, i mafiosi Piddu Madonia, Giuseppe Graviano e Filippo Guttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro. “Mai e poi mai a me è stato chiesto di fare una cosa illecita – ha spiegato l’avvocata alle telecamere di Rai3 – Mi dicono salutami tizio, io dico: non saluto proprio nessuno”.

Adesso il direttivo della Camera Penale di Roma ha deciso all’unanimità di querelare Ranucci per le “gravissime insinuazioni e gratuite diffamazioni” che “sfociano persino nella calunnia” nei confronti di “alcuni dei più apprezzati componenti della nostra associazione, incredibilmente additati a sospetto come possibili veicoli per la diffusione al di fuori del carcere di ordini criminali provenienti dai detenuti posti in regime di 41 bis”.

La Camera Penale lamenta anche la pubblicazione “illegittima” di “un elenco riservato” e sottolinea: “Il diritto di difesa rappresenta un principio costituzionalmente riconosciuto alla cui tutela i penalisti dedicano tutto il loro impegno con coraggio e dedizione, andando per questo anche incontro ad ignobili campagne denigratorie volte a mortificare la funzione del difensore”. E definisce “inaccettabile” che tutto ciò avvenga sui canali della tv pubblica.

“Nessuna diffamazione o insinuazione. Solo fatti documentati”, è stata la risposta di Ranucci. “La puntata di Report oggetto di contestazione aveva come unica finalità evidenziare le falle del 41 bis in un contesto di estrema attualità partendo dalla ricostruzione del caso Cospito”, ha spiegato il conduttore all’AdnKronos. “Il documento pubblicato da Report denunciava che i casi di oltre 100 mafiosi al 41 bis fossero gestiti da un solo avvocato: è un fatto e non era assolutamente secretato”, sottolinea il giornalista. “Che sia un’anomalia è l’idea, non di ‘Report’, ma della commissione parlamentare antimafia che ha approfondito la vicenda proprio per valutarne la portata – ha proseguito – ‘Report’ ha correttamente riportato la notizia sottolineando il rischio che comporta un’anomalia del genere, coadiuvato anche dal parere di esperti magistrati antimafia, sottolineando la buona fede e professionalità degli avvocati”.

Per Ranucci, “aver mostrato tale anomalia rappresenta, come detto in trasmissione, una tutela per gli stessi avvocati” perché “la difesa dei diritti non è una maglietta che si indossa di giorno per poi riporla in un cassetto la sera”. Chi “accusa ‘Report’ di non avere cura per i diritti dei detenuti e la possibilità di un loro reinserimento nella società – conclude – non ricorda le numerose puntate realizzate negli anni, l’ultima appena due anni fa in pieno Covid”.

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