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Casapound, chieste 11 condanne a due anni per l’occupazione abusiva del palazzo a Roma

Casapound, chieste 11 condanne a due anni per l’occupazione abusiva del palazzo a Roma
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Undici condanne a 2 anni di reclusione per l’occupazione abusiva dello stabile di via Napoleone III a Roma, nel quartiere Esquilino. È la richiesta del pubblico ministero Eugenio Albamonte nei confronti degli imputati, tutti militanti di Casapound, per l’annosa vicenda dell’immobile occupato nella capitale dal movimento di estrema destra e che sarebbe stato assegnato al ministero dell’Istruzione. Tra le persone per cui è stata chiesta la condanna ci sono Gianluca Iannone, Simone e Davide Di Stefano. La sentenza è attesa per maggio.

Nel corso della requisitoria il magistrato ha sottolineato che ci si trova davanti a un’occupazione, iniziata nel 2003, che “non ha le caratteristiche delle finalità abitative” e che” ha causato fino al 2019 un danno significativo all’Erario, stimato in oltre 4,5 milioni di euro dalla Corte dei Conti, oggetto anche di un provvedimento sequestro preventivo non eseguito per ragione di ordine pubblico”.

Nel giugno del 2020 venne completata la procedura di sequestro del palazzo e complessivamente finirono nel registro degli indagati 16 persone. Nell’inchiesta si ipotizzavano i reati di associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale e l’occupazione abusiva di immobile. Un’impostazione che venne parzialmente recepita dal gip Zsuzsa Mendola che nel decreto di sequestro affermò che non sussistevano “elementi che consentono di ricostruire ad unità le diverse vicende giudiziarie ai fini della valutazione della sussistenza del delitto di partecipazione ad una associazione nonché di accertare se le condotte poste in essere, per quanto riprovevoli, siano espressive di ideologie o sentimenti razzisti o discriminatori”.

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