Botte, calci, schiaffi alla moglie. Le imponeva di lavare il pavimento dopo che ci aveva sputato. Dava da mangiare carne avariata alle figlie. Sono alcuni degli episodi finiti in un processo per maltrattamenti nel quale è imputato un dipendente di un ministero. Il fatto è raccontato oggi da Repubblica. Secondo quanto riferisce il giornale la pm Clara De Cecilia ha raccolto nel capo d’imputazione diversi episodi contestati all’impiegato ministeriale. Tra le altre cose l’uomo viene accusato di lasciare digiune le figlie di 7 e 9 anni o di buttarle sotto la doccia vestita o ancora di aver insultato la moglie – orientale – anche con epiteti razzisti: “Sei una mongoloide ritornatene a Tokyo, parassita”. La storia, secondo le indagini, sarebbe andata avanti almeno per tre anni, dal 2018 al 2021. Ora le figlie e la madre, assistite dall’avvocato Carla Quinto, vivono in una struttura protetta.

Il dossier, almeno secondo l’accusa, è ampio. In un caso, all’inizio del 2020, dopo una lite (l’ennesima), il dipendente del ministero ha preso la moglie per una gamba e l’ha trascinata sotto la finestra, l’ha aperta e le ha detto: “Adesso ti butto di sotto“. In un altro caso la figlia più piccola aveva implorato al padre di smetterla, di non umiliare più la madre, ma lui era andato avanti lo stesso fino a che la piccina esausta aveva iniziato a vomitare. E ancora: costringeva moglie e figlie a dividersi un’arancia perché sosteneva che non avevano diritto a mangiare in quanto “parassite“.

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