Ha ucciso la moglie e i due figli per poi togliersi la vita: è quello che è accaduto a Tempera, frazione dell’Aquila. Il responsabile del gesto è Carlo Vicentini, urologo aquilano, 70enne, in pensione da dicembre. I quattro corpi senza vita sono stati trovati nel primo pomeriggio nella villetta in cui viveva la famiglia alla periferia dell’Aquila. Sui corpi sarebbero state trovate ferite che confermano la ricostruzione. Sul posto la polizia e il magistrato di turno: secondo le indiscrezioni emersa nella fase dei primi rilievi che la Polizia ha effettuato sul posto insieme al giudice Guido Cocco, il medico aquilano, per uccidere la sua famiglia avrebbe utilizzato una pistola regolarmente denunciata. Il professionista ha ucciso il figlio Massimo, 43enne, attaccato a un respiratore per una grave malattia, la seconda figlia Alessandra, 36enne, e la moglie. Al vaglio il movente e le circostanze: non è ancora chiaro se si sia trattato di un raptus o di un gesto premeditato.

“Siamo devastati. E’ una tragedia che non riusciamo a spiegarci: il professor Vicentini era un urologo molto bravo e apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile. Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di urologia a gestione universitaria – queste le parole del direttore generale della Asl di Teramo Maurizio di Giosia– al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato da Vicentini che era medico ricercato da fuori Teramo e fuori regione”.

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