Lo hanno arrestato in flagranza di reato per violenza sessuale su quattro bambini tra i 4 e i 5 anni. Abusi che un maestro di religione è accusato di aver commesso durante le attività a scuola. A incastrarlo sono state le microcamere piazzate in classe dagli agenti del Nucleo tutela donne e minori della Polizia locale di Milano, nell’inchiesta lampo coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnaro.

Le indagini sono scaturite da una denuncia degli insegnanti dell’asilo, trasmessa la scorsa settimana in Procura attraverso la dirigenza dei servizi educativi del Comune di Milano. A novembre 2021 l’uomo, che oggi ha 35 anni, era stato trasferito dal Provveditorato da un’altra scuola materna per i suoi comportamenti nei confronti dei piccoli allievi. L’arresto risale a due giorni fa, ma la notizia è stata divugata solo oggi. Il gip Lorenza Pasquinelli, infatti, ha convalidato l’arresto in carcere.

Il 35enne arrestato era un insegnante di religione. La denuncia partita dagli insegnanti e dalla direzione scolastica dell’asilo milanese, che ha offerto la massima collaborazione agli inquirenti, è arrivata sul tavolo dei pm la scorsa settimana. A sollevare i sospetti sono stati alcuni racconti fatti dai bimbi alle altre maestre. Nel giro di pochi giorni, e anche prima di convocare in audizione protetta i bambini, la Procura ha deciso di collocare nell’aula le microcamere. Così gli investigatori della Polizia locale milanese hanno visto in diretta le violenze terribili che l’insegnante metteva in atto sui piccoli sin da subito, già alla prima ora di lezione.

I pm non hanno avuto dubbi perché le immagini erano eloquenti. Quindi gli agenti sono entrati nella scuola, attenti a non destare allarme tra i bambini, per arrestare il maestro, Interrogato dal giudice l’uomo non ha parlato. Per lui è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Adesso, i magistrati, oltre a convocare i piccoli in audizioni protette, dovranno scavare nel passato dell’uomo, sul suo curriculum e capire anche perché si sia deciso soltanto di trasferirlo da una scuola all’altra quando era stato già segnalato un suo comportamento sospetto.

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