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Giorgia, facci volare!

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Magistrale il coup de théâtre con cui lunedì scorso, a piazza del Popolo, in occasione della festa per il Centenario dell’Aeronautica, Giorgia Meloni ha riconfermato il suo talento naturale per i gesti simbolici e la sua capacità di rompere simbolicamente qualsiasi protocollo: la Premier è salita su un F-35, caccia multiruolo di 5° generazione, scatenando l’entusiasmo dei bambini delle scolaresche presenti.

Ma non era tutto preparato. Come hanno riferito i responsabili scolastici, soltanto le bandierine agitate dai bambini erano state fornite dagli organizzatori della manifestazione. I cori di “Gior-gia! Gior-gia!”, che richiamavano i “Du-ce Du-ce!” di un tempo, devono essere stati innescati da qualcun altro. Dev’essere entrato in azione qualche facilitatore per rendere tutto “spontaneo” come all’epoca.

A poche ore dall’uscita del video dell’evento, su Twitter è girata subito una versione taroccata con l’audio ripreso da un cinegiornale dell’Istituto Luce e lo speaker che commenta: “Il Duce, preso posto con il governatore Balbo su un apparecchio Ghibli (Caproni Ca.309, n.d.r.), decolla…”. L’audio montato ad hoc sulla scena in cui Giorgia si accinge a salire a bordo del velivolo ha prodotto un effetto esilarante.

Siamo obiettivi: sul piano della propaganda, l’azione della Premier è stata un successo. Seduta alla guida del jet, ha comunicato simbolicamente l’idea di essere alla guida non solo dell’Aviazione ma dell’intero Paese, e di proteggerlo. Lo stile del suo predecessore era molto diverso: poca comunicazione e molti risultati, sia nel bene che nel male. Se il governo di oggi continua a indugiare troppo sulla propaganda, significa che preferisce tirare a campare invece di risolvere i problemi reali del Paese.

Riuscirà la nostra Giorgia nazionale a far volare alto l’Italia? Metafora per metafora, il nostro aereo non s’è ancora staccato dal suolo nemmeno di un centimetro, dribblando per cento giorni le beghe disseminate lungo tutta la pista di rullaggio: dai rave party al reddito di cittadinanza, dalle intercettazioni al riconoscimento delle famiglie omogenitoriali. E ora, senza avere ancora un piano di volo, si avvicina alla pista di decollo che risulta pericolosamente scivolosa per via dei bio carburanti rimasti a terra.

Siamo realisti, in Italia al peggio non c’è mai fine. E quindi possiamo star certi che dopo il governo Meloni arriverà perfino un’epoca in cui si userà dire: “Ah, quando c’era lei, caro lei…”. A quel punto, forse, gran parte del Paese troverà finalmente la forza di decollare. Ma per andarsene lontano, in un altro paese, dove ricominciare. O forse, resteremo. Continuando come al solito a fare finta di niente.

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