La compagnia Ita Airways, sorta dalle ceneri di Alitalia, avrebbe chiuso il 2022 con perdite per mezzo miliardo di euro. Lo anticipa oggi il quotidiano Il Sole 24 Ore, sottolineando come il passivo sia peggiore delle attese per almeno 40 milioni di euro e, per di più, in controtendenza rispetto ai risultati di molte altre compagnie europee. Formalmente Ita è una società diversa rispetto ad Alitalia, sebbene siano in corso numerose cause di lavoro che contestano questa impostazione, ma non si può non notare come con una flotta ridotta di quasi due terzi e il personale ad un quarto rispetto alla precedente compagnia, le perdite rimangano le stesse di sempre, non distanti dal milione e mezzo di euro al giorno.

Oggi è un programma un consiglio di amministrazione per l’esame dei conti. Il dato sulle perdite arriva in un momento particolarmente delicato, mentre sono in corso le trattative con la compagnia tedesca Lufthansa che valuta l’acquisizione del 40% di Ita. Delle trattative si sa poco, quel poco che si sa non è buono. I tempi per un’intesa si stanno allungando e, secondo quanto risulta a Ilfattoquotidiano.it, il lieto fine non è scontato. Qualche cosa di più potrebbe capirsi già nei prossimi giorni. A fine febbraio il Cda ha approvato l’aumento, in media del 30%, delle retribuzioni di piloti, assistenti di volo e personale di terra. A quanto pare con il benestare di Lufthansa. Ita potrà avvalersi dell’ultima tranche del finanziamento da 1,3 miliardi approvato da Bruxelles e ricevere quindi altri 250 milioni di euro. Dopo di che il sostegno statale verrà meno. E la compagnia dovrà volare da sola. Non sarà zavorrata dall’obbligo di restituzione del prestito da 400 milioni di euro concesso ad Alitalia nel 2019 e che ieri la Commissione Ue ha imposto al governo di recuperare. Quella è un’altra storia, simile ma diversa.

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