Il ministero del Tesoro, al momento azionista al 100% della compagnia Ita Airways, ha sottoscritto una lettera d’intenti con la tedesca Lufthansa per la vendita di una quota di minoranza. Si apre quindi la trattativa privata tra le due parti dopo che Lufthansa aveva presentato una proposta lo scorso 18 gennaio. Non saranno diffusi – precisa il Tesoro – altri dettagli sulla discussione in corso. L’imminente avvio della trattativa era stato annunciato tre giorni fa dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “È arrivata una proposta da parte di Lufthansa, la stiamo esaminando, dev’essere naturalmente conforme al Dpcm, e poi inizierà una fase di negoziato, di trattative rispetto alle richieste che fa il governo italiano e ai progetti industriali di Lufthansa. Se i due progetti collimeranno e se saranno coerenti potrebbe nascere una realtà molto importante a beneficio anche dell’economia italiana”, aveva affermato il ministro.

Lufthansa era rimasto l’unico soggetto a mostrare un interesse per la mini compagnia sorta dalle ceneri di Alitalia dopo le retromarce di Delta e Air France e del gruppo navale Msc. La quota iniziale con cui il vettore tedesco entrerebbe nell’azionariato non è stata ancora resa pubblica ma la cifra su cui si ragione sarebbe intorno al 40% con un esborso di 300 milioni di euro. Ita ha chiuso il suo primo anno di vita (primo volo nell’ottobre 2021) perdendo oltre un milione di euro al giorno. Va ricordato che si è trattato di un periodo particolarmente complicato èer tutto il settore aereo a causa della pandemia, tuttavia la compagnia italiana non pare aver mostrato grande dinamismo e capacità di reazione rispetto ai concorrenti. Per limitare i rischi Lufthansa ha chiesto al governo alcune condizioni: “l’opzione di ritirarsi da un’acquisizione completa nel caso in cui la nuova società non dovesse dare i risultati sperati” e “deroghe legali per proteggersi da eventuali imprevisti derivanti dall’integrazione di Ita”. Su questo punto si è fatto riferimento alle conseguenze che potrebbero scaturire dalle oltre mille cause di lavoro intentate dagli ex dipendenti di Alitalia, attualmente in cassa integrazione.

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