Si è chiuso con un nulla di fatto il primo round in Tribunale dell’inchiesta Prisma che indaga sui bilanci della Juventus dal 2018 al 2021. Il giudice per l’udienza preliminare Marco Picco ha disposto il rinvio dell’udienza al prossimo 10 maggio. La sessione odierna infatti è stata dedicata alle richieste di costituzione di parte civile. Non è stato invece nemmeno discusso il primo vero nodo della lunga battaglia in Aula: la competenza territoriale, che potrebbe portare a un lungo stop nel procedimento. L’unica vera novità riguarda Ernst & Young: oltre alla Juventus, infatti, anche la società di revisione contabile è stata citata come responsabile civile nel processo. La richiesta di citazione era stata avanzata da alcuni azionisti ed è stata accolta dal giudice: Ernst & Young è stata revisore del club bianconero dal 2012/13 al 2020/21.

L’udienza in tribunale a Torino davanti al gup Marco Picco è cominciato intorno alle 9.30. Presenti i legali del club bianconero Davide Sangiorgio e Maurizio Bellacosa (la Juventus è indagata come persona giuridica). Assente in aula Andrea Agnelli, uno degli imputati insieme ad altri undici ex dirigenti della società torinese. A rappresentare l’accusa il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e il sostituto procuratore Mario Bendoni. Assente il pm Cirio Santoriello che nei giorni scorsi ha deciso di astenersi dall’accusa dopo le polemiche scoppiate per la pubblicazione di un vecchio video in cui aveva manifestato il suo tifo per il Napoli e “l’odio per la Juventus”.

L’udienza, come detto, è stata dedicata alle richieste di costituzione di parte civile. Fra i presenti figurano la Consob e gli avvocati di una trentina di piccoli azionisti e di alcune associazioni, tra cui il Codacons e il Siti (Sindacato Italiano tutela investimenti), che ritengono di aver subito un danno dal club bianconero. Dopo 45 minuti il gup Picco si è ritirato in camera di consiglio per valutare la richiesta di emissione del decreto di citazione del responsabile civile. Dopo un’ora di sospensione, l’udienza è ripresa e alle 12.40 è stato disposto il rinvio.

Lo scontro sulla competenza territoriale
Il 10 maggio sempre in tribunale a Torino verrà quindi verificata la regolare costituzione delle parti. E il magistrato Picco potrebbe essere chiamato a esprimersi sulla competenza territoriale del procedimento. Secondo i legali della Juve, l’aggiotaggio informativo – uno dei reati contestati a vario titolo dalla procura – si sarebbe eventualmente concretizzato a Milano o a Roma. Nel capoluogo lombardo ha sede la Borsa italiana dove il titolo della Juventus è quotato e nella Capitale c’è invece la sede la società che gestisce la piattaforma 1INFO attraverso la quale il club bianconero inserisce i suoi comunicati price sensitive rendendoli disponibili agli azionisti. Per i legali, quindi, l’inchiesta e l’eventuale processo devono essere spostati in una delle due procure. Per la Guardia di finanza e i pubblici ministeri, invece, “il comando di invio è sempre ordinato da dispositivi-uffici di Juventus” e da quel momento l’operazione è “irreversibile”, il file è “immodificabile” e il comunicato risulta pubblicato nel giro di pochissimo tempo, spesso questione di secondi. Il reato insomma si è consumato a Torino, chi ha indagato era quindi titolato a farlo e la sede naturale del processo è il capoluogo piemontese. Con ogni probabilità, anche in virtù della riforma Cartabia, il giudice Picco deciderà di far decidere la Cassazione, evitando che la richiesta possa essere reiterata in successivi (eventuali) fasi del procedimento rischiando di azzerarlo. Il coinvolgimento dei Supremi giudici comporterà un fermo di qualche mese, durante i quali continuerà a scorrere la prescrizione.

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