La destra va all’attacco sulla maternità surrogata e anche sull’iscrizione dei figli di coppie gay e intanto in Veneto c’è un sindaco leghista favorevole alle trascrizioni anagrafiche per i minorenni che come genitori hanno due mamme o due papà. Mario Conte, da cinque anni primo cittadino di Treviso, si distingue rispetto alle prese di posizione del segretario Matteo Salvini ed è sicuramente in controtendenza all’interno del suo partito sul tema delle carte d’identità, che egli ha rilasciato nel caso di due donne unite civilmente che le chiedevano per due dei loro figli minorenni. In qualche modo la posizione di Conte è simile a quella del governatore Luca Zaia, che sul tema dei diritti si è espresso più volte in modo aperto, sostenendo che non possono non diventare un tema anche per la Lega. Il consiglio regionale del Veneto ha infatti dato il via libera all’apertura di un Centro regionale a Padova per chi deve affrontare problemi legati alla propria identità sessuale, compreso il cambio di sesso.

Qualche giorno fa è arrivato a Treviso il segretario leghista Salvini e si è mostrato piuttosto freddo sia con Zaia che con Conte. Il governatore era stato oggetto di attacchi da parte di CasaPound, che aveva affisso manifesti, sostenendo che la parabola del presidente della Regione è simile a quella del deputato dem (padovano) Alessandro Zan, da sempre paladino dei diritti della comunità Lgbt. “In sanità ci sono urgenze ed emergenze che mi sono ben chiare” aveva risposto a chi gli chiedeva un giudizio sull’apertura del nuovo centro sanitario a Padova. “Per quanto riguarda il cambio del sesso non ho elementi per rispondere. Ci sono altre priorità”. Il segretario è stato molto più tagliente nei confronti di Conte, pur senza citarlo: “Aprire l’anticamera a pratiche abominevoli come l’utero in affitto è fuori dal mondo, qualcosa da ricovero. Non aprirò mai a chi pensa che i bambini si comprino e si selezionino su internet. Sono a fianco dei sindaci nella loro opera quotidiana, ma poi ci sono priorità come lavoro, infrastrutture e servizio sanitario efficiente”. Un modo per dire che i sindaci, soprattutto quelli leghisti, devono affrontare altre questioni.

Ma che cosa sostiene Conte, che è presidente veneto dell’Anci ed è ricandidato dal centrodestra compatto a Treviso, con ottime possibilità di essere rieletto? “Bisogna prendere per mano la questione di regolamentare il tema in modo da togliere dall’imbarazzo della scelta burocratica i Comuni e in modo da dare risposte a queste famiglie che chiedono semplicemente di vedere registrati i propri figli. Non c’è nulla di scandaloso: è giusto creare l’iter corretto e parificare la condizione a tutte le altre famiglie, senza che ci sia alcun tipo di discriminazione”. Il sindaco leghista aggiunge: “E’ evidente che c’è un vuoto normativo e un corto circuito burocratico che di fatto non dà risposte a delle esigenze che sono sacrosante. Non ci sono figli di serie A e figli di serie B, perché qui si parla di figli, di persone, e del registro dell’anagrafe. Quindi da questo punto di vista se c’è un vuoto, come è evidente in questo momento, va assolutamente colmato. Non credo ci sia davvero nulla di male nell’andare incontro a queste esigenze”.

Zaia ha definito la sua svolta in materia di assistenza a chi vuole cambiare sesso, “una scelta di civiltà”. Il sindaco Conte parla più pragmaticamente di una “necessità” per rispondere alle richieste dei cittadini e dei loro figli, mentre attende che il ministero dell’Interno risponda alle richieste di chiarificazione, dopo aver aggirato l’ostacolo con il rilascio della carta d’identità elettronica. Sul sito del Comune di Treviso, per il momento, l’indicazione è la seguente: “La carta di identità è il documento che attesta l’identità di una persona. Il Comune di Treviso rilascia solo carte d’identità elettroniche. La carta d’identità cartacea, rimane emissibile solo in casi di urgenza, debitamente documentati”.

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