Ormai è tutto un ascoltare musichette della Champions, chiacchiere da bar su quale sia meglio tra questa o quell’avversaria, pronostici sulla strada di Istanbul e di un sogno proibito a forma di coppa. Poi tra una settimana di vigilia e l’altra trascorse tra le nuvole, ci sarebbe anche un piccolo dettaglio: un campionato da giocare. Quasi un fastidio. Ma da questo dipende il futuro: Milan, Inter e Roma sognano di vincere la coppa, ma così rischiano seriamente di perderla. Nel senso di non qualificarsi proprio l’anno prossimo. La corsa Champions si è completamente arenata. Nelle ultime 10 giornate, solo la Lazio ha avuto un rendimento eccellente (21 punti), seguita dalla Juve (19); Inter e Roma sono ferme a quota 16, hanno lasciato sul campo praticamente la metà dei punti disponibili, il Milan ne ha raccolti appena 11. A conferma di un campionato mediocre, forse il peggiore degli ultimi anni, dove dietro il Napoli c’è il nulla assoluto, le seconde sembrano fare a gara a chi fa peggio. In particolare Milan, Inter e Roma, le più attrezzate in assenza della Juve penalizzata. Avrebbero dovuto ipotecare già da tempo i tre posti buoni per l’Europa che conta. E invece arrancano, sprecano occasioni, perdono gare a ripetizione. Forse non è un caso.

Milan, Inter e Roma sono anche le squadre più rapite dal sogno europeo, che nessuno a inizio stagione credeva possibile, e invece si è materializzato per merito e per fortuna nelle ultime settimane. Una semifinale di Champions e Europa League: un traguardo quasi storico, lì alla portata, a soli 180 minuti di distanza, contro un avversario abbordabile. Anche il Napoli si trova nella stessa situazione, ma per Spalletti &Co. quest’anno non esistono avversarie o pressioni. La Juve paradossalmente proprio nella situazione d’incertezza in cui si trova (il -15 sub iudice, l’altra possibile sanzione in arrivo per la manovra stipendi), gioca in una bolla dove Allegri è stato bravo ad isolare i suoi ragazzi. Per gli altri è diverso: i quarti e la vista di quello che c’è dopo sono una vertigine da perdere la testa. E infatti un po’ l’hanno persa.

Troppa la delusione in Italia per un campionato al di sotto delle aspettative, troppo l’entusiasmo per il percorso europeo. Questione di motivazioni. Sta di fatto che da quando hanno avuto la certezza che lo scudetto fosse sfumato (diciamo da fine gennaio, quando il Napoli ha preso il largo in maniera definitiva), le milanesi hanno completamente mollato. Con appena due vittorie nelle ultime cinque, sono due squadre quasi alla deriva, come confermato anche nell’ultimo weekend: i rossoneri hanno perso malamente a Udine, i nerazzurri – al netto delle solite polemiche Var – sono stati autori dell’ennesima prestazione insufficiente contro la Juventus. E un discorso simile vale in parte anche per la Roma, tra derby, Sassuolo e ancora prima Cremona. Così però la corsa Champions è apertissima, la Lazio è seconda, sta rientrando pure l’Atalanta. E si complicherà ancor di più se la Juve dovesse vedersi restituita i punti di qualificazione: qualcuno rischia davvero di restare fuori.

Per certi versi sarebbe anche incomprensibile, se non fosse ingiustificabile. E non solo per la solita retorica di calciatori e allenatori strapagati, che non possono permettersi a quelle cifre di non trovare motivazioni. Ma perché qualsiasi appassionato di pallone sa oggi quanto valga la qualificazione in Champions: il quarto posto è il vero obiettivo minimo di qualsiasi squadra, più importante persino di uno scudetto per il futuro di un club. La coppa è un bel sogno, ma anche pericoloso: per quanto il sorteggio sia stato favorevole, le possibilità di vincerla restano minime. Il piano potrebbe funzionare per la Roma, che ha un’autostrada spianata fino alla finale e può entrare in Champions anche vincendo l’Europa League, ma resta comunque un azzardo. Tutte faranno meglio a restare con i piedi per terra nel campionato, piuttosto che con la testa fra le nuvole delle coppe. Rischiano di risvegliarsi in un incubo.

Twitter: @lVendemiale

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