Dio, patria e famiglia. Ma anche la fiamma tricolore di almirantiana memoria. Per non tacere del 25 aprile, “che è una festa divisiva“; o di quanti assicurano che “Mussolini ha fatto anche cose buone”. Si sa, Fratelli d’Italia non sempre riesce a prendere le distanza dalle proprie origini, ancorché la presidente del Consiglio abbia detto che “non ho mai provato simpatie per i regimi, fascismo compreso”. E però da Alassio, in provincia di Savona, arriva una storia che, una volta per tutte, metterà a tacere chi accusa il partito di Meloni di strizzare l’occhio all’estrema destra o, per dirla in maniera più filosofica, di non fare i conti col passato. Sì, perché ora un esponente politico potrà vantare di essere sia iscritto a FdI sia all’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia. Si tratta del vicesindaco della bella cittadina affacciata sul Mar Ligure, Angelo Galtieri.

E per quanti storceranno il naso di fronte all’insolita accoppiata, ci pensa Galtieri, col suo eloquio sicuro, a fugare sul nascere i dubbi: “Sì, sono iscritto all’Anpi (per la sezione di Alassio, in realtà, non lo è dal 2022, ndr) e da pochi giorni a Fratelli d’Italia. Ma non vedo nessun conflitto tra le due cose. Non sono un nostalgico del fascismo, ho 62 anni, non ho nemmeno vissuto quel periodo”. Poi Galtieri, che a maggio correrà alle elezioni al fianco dell’attuale sindaco, Marco Melgrati, spiega meglio la sua decisione: “In effetti mi sono domandato se ci fossero conflitti, così ho letto entrambi gli statuti. E posso dire che sono ispirati ai principi di democrazia e libertà. Quindi no, lo confermo, non ci sono conflitti. Poi, se vogliamo dirla tutta, ci sono estremismi tanto da una parte quanto dall’altra”. Ok, i fascisti da una parte e… “e tutti quelli che definiscono ‘fascista’ tutto ciò che è di destra“. Ma a quando risale l’iscrizione di Galtieri all’Anpi? “Mi convinse il presidente della sezione locale, durante una tranquilla chiacchierata. Era un periodo di forte revisione della Costituzione, c’era Silvio Berlusconi al governo. E dopo di lui c’è stato l’altro, come si chiama… Matteo? Mi sta così antipatico che non ricordo il cognome”. Renzi. “Lui”.

E chi si stupisce del singolare binomio, risponde Galtieri, secco: “Ma non è corretto dire che Fratelli d’Italia discende dal fascismo”. Giusto. Per poi lanciarsi nella sua personalissima ricostruzione storica: “Fratelli d’Italia nasce da Forza Italia, Meloni era in Forza Italia…“. Più che in Forza Italia era nel Popolo della Libertà, che univa il partito di Berlusconi ad Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, a sua volta nato dalle ceneri del Movimento sociale italiano… “Sì, vabbè, hanno fatto tutti un percorso ondivago. Ma non ha importanza. Se mi dichiaro antifascista? Sì, anche se più correttamente direi che sono contro qualunque forma di totalitarismo. Anche chi è iscritto all’Anpi lo deve essere. Se convincerò Meloni a fare la tessera? No, non mi permetterei mai. È una sua libera scelta”.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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