Una collisione. È questa la possibile causa dello scontro tra due aerei che appartenevano al 60esimo Stormo dell’Aeronautica Militare. I due ultraleggeri si sono schiantati l’uno o contro l’altro oggi a Guidonia, alle porte di Roma causando il decesso dei due piloti. Uno dei due velivoli, utilizzati per l’addestramento, è precipitato su una auto parcheggiata a poca distanza da alcune abitazioni mentre l’altro mezzo è caduto su un campo. La collisione tra i due aerei “è avvenuta nella fase che precede l’atterraggio” e i due mezzi erano impegnati in un addestramento che “coinvolgeva in tutto quattro velivoli”, ha spiegato il generale Silvano Frigerio. I due aerei volavano in formazione “e la distanza fra i velivoli era di due-tre metri uno dall’altro, il volo in formazione è uno dei voli di routine per chi utilizza questi velivoli”. Gli aerei 6-208, ovvero quelli coinvolti nell’incidente, “subiscono continua manutenzione e hanno circa 40-50 anni di servizio. Sono mezzi usati per il traino degli alianti ma anche per l’addestramento degli Eurofighter, infatti servono per simulare velivoli slow mover”. La Procura ha aperto una indagine per ricostruire quanto avvenuto e sono state disposte le autopsie. Anche l’ispettorato aeronautica, in quanto velivoli militari, avvierà accertamenti.

A perdere la vita sono stati il tenente colonnello Giuseppe Cipriano, 47 anni originario di Taranto, istruttore con 6000 ore di volo all’attivo, e il maggiore Marco Meneghello, nato a Legnago 45 anni fa e anch’egli con una lunga esperienza con operazioni fuori dai confini nazionali. L’impatto in volo è violento: i due mezzi sono precipitati in pochi istanti. Uno è andato a schiantarsi in una zona rurale di Collefiorito di Guidonia, il secondo velivolo, a bordo del quale c’era Meneghello, è caduto in via della Margherita, nel pieno centro abitato. In questo caso il pilota è riuscito ad effettuare una manovra disperata, proprio per evitare che il mezzo andasse a finire sulle abitazioni. “Ha fatto qualcosa per evitarli, li ha schivati – racconta un testimone oculare – Secondo me una manovra per graziarci, perché poteva prendere i palazzi”. Una tragedia che poteva avere, quindi, proporzioni ben più gravi.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, un messaggio di cordoglio. “Il tragico incidente aereo in cui hanno perso la vita il Ten. Col. Giuseppe Cipriano e il Maggiore Marco Meneghello, mentre erano impegnati in attività di volo – si legge nel messaggio -, ha destato profonda commozione in tutto il Paese. In questa triste circostanza, voglia rendersi interprete presso l’ Aeronautica Militare e le famiglie dei due Ufficiali dei miei sentimenti di cordoglio, solidarietà e intensa partecipazione al dolore dei congiunti”.

Il fascicolo aperto dalla procura è contro ignoti e i pm hanno affidato l’incarico per le autopsie che verranno effettuate mercoledì. L’attività di indagine sarà svolta dalla polizia che è intervenuta sul luogo dell’incidente assieme ai carabinieri e vigili del fuoco. Sul posto anche specialisti dell’Aeronautica che insieme alle forze dell’ordine hanno messo in sicurezza e circoscritto le aree dell’impatto. “Dalle prime ricostruzioni è ragionevole ipotizzare – spiega il procuratore Francesco Menditto – che il velivolo caduto nella strada sia stato direzionato dal pilota per recare il minor danno possibile a cose e persone, tanto che i danni sono stati limitatissimi. Diversamente, una precipitazione sugli edifici ai lati della strada avrebbe causato numerose vittime”. Secondo quanto hanno raccontato i testimoni il velivolo pilotato da Meneghello “è caduto in posizione verticale, come un taglio di coltello” e il militare ha immediatamente gridato aiuto ma in quell’istante il mezzo ha preso fuoco. “Non c’era nulla da fare – hanno spiegato i testimoni oculari -, abbiamo tentato di spegnere le fiamme ma erano troppo alte”.

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