Rischiare la vita per un movimento brusco del collo eseguito in allenamento. È successo al pugile Daniele Scardina che nei giorni scorsi è stato ricoverato e operato alla testa dopo un allenamento di routine. Secondo le dichiarazioni del manager del pugile, Alessandro Cherchi, si sono lesionate due vene in seguito a un movimento brusco, “una cosa che può capitare a chiunque”, ha affermato il manager. “L’intervento è in ogni caso riuscito. I chirurghi hanno asportato tutto il sangue ed è tutto pulito”, ha voluto rassicurare Cherchi. Le condizioni di salute del pugile sono attualmente stabili. In un video, riporta il Corriere della Sera, si vede Daniele scherzare, ridere, provare un allenamento senza avversari per poi iniziare ad avvertire un fortissimo dolore all’orecchio e alla gamba destra, che lo avrebbe portato a collassare. La causa? Un ematoma sottodurale al cervello.

Quanto è plausibile che anche movimenti bruschi possano provocare la rottura delle vene? “Di fatto si possono verificare ‘rotture’ vascolari venose anche nel caso di traumi leggeri o a seguito di movimenti particolarmente bruschi”, spiega Alessandro Olivi, professore Ordinario di Neurochirurgia e direttore del Dipartimento di Neuroscienze, Organi di Senso e Torace del Policlinico Gemelli di Roma. “Questo in genere avviene però più spesso in persone anziane dove a causa dell’atrofia cerebrale la distanza tra la superficie del cervello e la dura che lo ricopre è maggiore e quindi le vene sono, di base, più ‘stirate. A volte però l’ematoma sottodurale acuto può essere il risultato di rotture di piccole arterie superficiali conseguenti, in genere, a un trauma un po’ più severo. Non è da escludere quest’ultima ipotesi, nel caso del pugile Scardina, alla luce della rapidità con la quale si sono sviluppati i gravi sintomi che l’hanno portato all’intervento neurochirurgico di urgenza”.

Professor Olivi, in che misura si possono ridurre rischi del genere negli sport che prevedono contatti duri tra atleti?
“Non è possibile evitare completamente queste evenienze. Si possono diminuire i rischi attraverso l’uso, nel caso del pugilato, di caschetti protettivi di ultima generazione che possono assorbire di più determinati impatti”.

Ci sono possibilità di riprendere l’attività agonistica dopo un intervento chirurgico di questo tipo?
“Data l’entità dell’ematoma e l’estensione dell’intervento con rimozione temporanea dell’opercolo (apertura) osseo del cranio, ritengo improbabile che l’atleta possa ritornare – anche se dovesse recuperare completamente le sue funzioni motorie e cognitive – a un’attività agonistica di pugilato in un futuro prossimo o forse anche remoto”.

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