Torna a Roma la fiera dell’editoria delle donne. Dal 3 al 6 marzo alla Casa Internazionale delle Donne di via della Lungara 19 sfileranno più di 60 case editrici, un centinaio di autrici per 14 tra dialoghi e focus e 3 grandi eventi. Saranno quattro giorni di incontri dedicati alla produzione culturale delle donne e madrine di questa edizione saranno tutte le donne iraniane in lotta per la vita e la libertà.

“Gli ultimi dati sul fatturato del settore e quelli sull’aumento dei costi di produzione non sono incoraggianti: per questo ci sembra di particolare importanza rafforzare il dialogo e le sinergie, per rendere efficaci le comuni strategie di diffusione dei prodotti editoriali e per ampliare e consolidare una proposta politico-culturale che meglio risponda ai mutamenti in corso”, spiega Maria Palazzesi dalla direzione di Feminism durante la conferenza stampa in Campidoglio.

Con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Roma, l’evento è anche il primo appuntamento delle celebrazioni per il ventennale di Archivia, Archivi, Biblioteche, Centri di Documentazione delle Donne. Una collezione unica e sterminata, quella di Archivia: 43 fondi archivistici (dai primi decenni del ‘900 a oggi), una biblioteca di 30mila volumi; pubblicazioni periodiche del femminismo e della cultura di genere nelle sue varie declinazioni, manoscritti, tesi di laurea, 35mila fotografie, manifesti, una fonoteca e una videoteca che abbracciano un arco temporale di 30 anni in cui sono custoditi rari documenti del femminismo degli anni ’70 e del movimento lesbico degli anni ’80. “Bisogna avere la consapevolezza che i diritti conquistati non lo sono mai una volta e per sempre. È necessario trasferirli di generazione in generazione attraverso una coscienza storica del processo che è avvenuto”, dice l’assessore alla Cultura del Campidoglio Miguel Gotor.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un incremento sostanziale nel numero delle donne attive nel mondo dell’editoria, in ruoli anche molto diversi tra di loro”, spiega Isabella Ferretti, vicepresidente di ADEI, associazione degli editori indipendenti. “Le figure apicali nelle grandi aziende sono ancora rare, ma nell’editoria indipendente si moltiplicano le imprenditrici di settore”. Significativa la crescita del numero delle autrici, “presenti sempre più spesso anche in classifica, e senza limitazioni dal punto di vista del genere o dei temi trattati. Un punto di partenza importante per l’editoria del futuro”.

Il 3 marzo, all’inaugurazione, partecipa Parisa Nazari, iraniana che vive in Italia, interprete, mediatrice culturale e attivista dei diritti umani, dell’associazione culturale APS Donne di carta, con un reading in persiano e in italiano. Presente anche Mmathari Mashao, ministra plenipotenziaria dell’Ambasciata del Sudafrica, che ha voluto sostenere la manifestazione e che organizzerà un evento dal titolo “DigitALL: Innovation and technology for gender equality“, il 3 marzo alle 19.30.

La formula dell’edizione 2023 sarà quella dei dialoghi tra scrittrici, curatrici, traduttrici ed editrici, condotti da Loretta Bondì, Paola Bono, Luciana Borsatti, Annalisa Camilli, Flavia Capone, Anna Maria Crispino, Maria Rosa Cutrufelli, Eleonora De Nardis, Cecilia Ferrara, Eleonora Forensa, Laura Fortini, Manuela Fraire, Elena Gagliasso, Stefania Mariani, Gisella Modica, Antonella Petricone, Alessandra Pigliaru, Nadia Pizzuti, Bianca Pomeranzi, Alessandra Quattrocchi, Anna Segre, Ylenia Sina, Giorgia Serughetti, Giulia Siviero, Maddalena Vianello, Marina Vitale, Maria Vittoria Vittori. A partire da quattro filoni tematici: Corpi, soggettività e diritti; Migrazioni, frontiere, habitat; Pace e convivenza. L’arte del rammendo.

Il 4 marzo alle 19 in Sala Lonzi il reading “Di acqua e di tempo . Of water and time” di AIEP. A un anno dalla sua scomparsa, il libro è dedicato a Etel Adnan, artista, poeta, filosofa, di madre greca e padre siriano, nata a Beirut, dove ha vissuto, così come negli Stati Uniti e a Parigi. Domenica alle 19 l’appuntamento è con “The Black Empowerment”, performance di Anna Maria Gehnyei aka Karima DueG presso Zalib – Centro Giovani.

Lunedì, giornata di chiusura della manifestazione, sarà interamente dedicata alla scuola. E fin dal suo titolo, Insegnare comunità, preso in prestito dalla pensatrice afroamericana bell hooks, propone un senso del fare scuola che vada verso un’idea di intimità, di connessione, di pedagogia, di speranza rispetto all’ aziendalismo e contro l’uniformità e la logica della prestazione. L’evento è a cura della Società Italiana delle Letterate. “Nell’attuale quadro istituzionale è importante che docenti, studentesse e studenti prendano parola pubblicamente”, dice Elvira Federici, presidente della Società Italiana delle Letterate.

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