Stefano vive in carrozzina ed è riuscito a installare un piccolo montascale per poter salire più agevolmente i gradini dell’ingresso del suo palazzo. Adriana ha fatto sistemare il proprio bagno, in particolare la doccia, e ha reso la cucina più accessibile facendo installare mobili adattati all’altezza della sua carrozzina per facilitarne l’utilizzo. Sono solo due esempi di persone con disabilità che nel corso degli ultimi mesi hanno usufruito del bonus fiscale sulle barriere architettoniche in vigore dal gennaio 2022. Ma il governo Meloni con il decreto del 16 febbraio ha di fatto stoppato l’agevolazione, perché anche quel credito ora non è più cedibile per cui ne può godere solo chi guadagna abbastanza da poterlo portare in detrazione. A protestare contro la decisione sono diverse associazioni nazionali che difendono i diritti di donne e uomini disabili, che hanno pubblicato sul Corriere della Sera una lettera aperta per chiederne il ripristino. Tra le varie associazioni firmatarie ci sono Disability Pride Network, Comitato Nazionale Antidiscriminatorio per Persone con Disabilità, Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili (Anmic), CittadinzAttiva, Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità (Fand) e Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm). Contattata da ilfattoquotidiano.it la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli non commenta ma dai suoi uffici fanno sapere che sta lavorando al tema in questione.

Storie di persone che hanno usufruito del bonus o che vorrebbero: “Grazie alle agevolazioni fiscali siamo riusciti a migliorare la nostra qualità di vita” – Oltre alle testimonianze di Stefano e Adriana che hanno utilizzato il bonus barriere architettoniche, ilfatto.it ha raccolto altre storie di famiglie. Vincenza Ferrante abita a Palermo ed è membro del consiglio direttivo del Coordinamento nazionale famiglie con disabilità (Confad). “Grazie all’agevolazione del 75%, dopo aver ottenuto la delibera condominiale, abbiamo iniziato a sostituire la cabina del nostro ascensore che ha porte troppo strette, con una larghezza inferiore a 60 cm e che ne impedisce l’uso da parte di persone in carrozzina”. Un aiuto concreto che rispetta i requisiti previsti dal decreto del ministero dei Lavori Pubblici 236/89. “Stiamo usufruendo dello sconto in fattura da parte della ditta a cui ci siamo affidati. I lavori inizieranno tra pochi giorni, con una pratica istruita entro dicembre 2022 e quindi siamo rientrati tra quelli che possono beneficiare del bonus”. Vincenza però aggiunge: “Speriamo che il governo ci ripensi in merito a questo blocco, è una norma importantissima che rende accessibile ogni abitazione e condominio. E’ fondamentale – termina – dare opportunità a tutti di poter realizzare lavori per eliminare ostacoli grazie ad un sostegno economico, a fronte di spese che altrimenti sono molto onerose. Moltissime famiglie con persona disabile, da sole, non potrebbero affrontare tali pagamenti”. Simone Abate è il papà di Alessandro con grave disabilità motoria, vivono a Bolzano. Loro vorrebbero poter usufruire del bonus ma con il recente stop vedranno negato l’accesso a questa misura. “Mio figlio sta crescendo e la casa non è più accessibile come prima. Avevamo deciso di usare il bonus 75% per rifare interamente i due bagni, creandone almeno uno totalmente accessibile per i suoi ausili, in particolare una nuova doccia idonea per lui. Ma adesso?” Questo è uno dei casi di famiglie che avrebbero necessità di fare richiesta per l’agevolazione fiscale per eliminare le barriere architettoniche a casa, ma a questo punto non gli è più consentito e si trovano in difficoltà. “Ancora una volta sono colpite le persone con disabilità”, affermano tutte le famiglie contattate.

Come funziona la detrazione – Ma in che cosa consisteva il Bonus fiscale sulle barriere architettoniche ora cancellato? Partiamo dalla sua genesi. La legge n. 234/2021 (legge di Bilancio 2022) ha introdotto questa nuova agevolazione per la realizzazione di interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici già esistenti. Previsto inizialmente solo per l’anno 2022, il bonus è stato poi prorogato al 31 dicembre 2025 dalla legge di Bilancio 2023. Consiste in una detrazione d’imposta del 75% delle spese documentate sostenute nel periodo tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2025, che può essere ripartita in 5 quote annuali di pari importo. La detrazione doveva essere calcolata su un importo complessivo non superiore a 50mila euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno, 40mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari e 30mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.

La detrazione spetta anche per gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche nonché, in caso di sostituzione dell’impianto, per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito. Dal 1° gennaio 2023, per le delibere condominiali che hanno approvato questi lavori era necessaria la maggioranza dei partecipanti all’assemblea che rappresenti almeno un terzo del valore millesimale dell’edificio. La stessa maggioranza semplificata prevista per le delibere sugli interventi agevolati con il Superbonus e l’adesione all’opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura.

La protesta delle associazioni – La scelta del governo Meloni, di cui fa parte la Lega di Matteo Salvini che da anni si dice attenta e sensibile ai diritti dei più fragili e che attualmente esprime anche la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, non è piaciuta affatto a molte organizzazioni nazionali. Contattato da Ilfattoquotidiano.it il presidente della Uildm Marco Rasconi commenta: “La fine della cessione del credito o sconto in fattura anche per questo bonus diventa un ulteriore fattore di esclusione per un’ampia categoria di persone con disabilità e anziani. Sappiamo bene come le persone con disabilità siano più esposte al rischio di scivolamento nella povertà, e questa decisione del governo non fa che limitare ulteriormente una delle opportunità a disposizione di chi non può di anticipare i costi per lavori di abbattimento delle barriere architettoniche nella propria abitazione”. Il numero uno della Uildm, una delle principali associazioni promotrici della lettera aperta, ci tiene inoltre a sottolineare un altro aspetto: “Non smettiamo di ribadirlo: per partecipare alla vita, le persone con disabilità devono avere case accessibili alle loro condizioni e accessi alle abitazioni che facilitino l’entrata e l’uscita. Qui non si tratta solo di aggiustamenti al bilancio dello Stato, ma di lesione di un diritto fondamentale che è quello della libertà personale”.

Sul tema interviene anche Rocco Berardo, coordinatore delle iniziative sulla disabilità dell’associazione Luca Coscioni: “Il bonus in questione è legato a un vero e proprio diritto umano, consentire la libertà di movimento alle persone con disabilità fisica o a ridotta mobilità, come le persone anziane, attraverso l’ammodernamento di edifici esistenti, evitando così una vera e propria condanna agli arresti domiciliari dovuta all’assenza di ascensori, montascale o scivoli”. Berardo aggiunge che “si tratta di un bonus ben al di sotto di quel 110% tanto discusso, dunque il cittadino dovrà comunque affrontare una spesa, e al tempo stesso sono previsti dei tetti massimi; inoltre – continua – si dà la possibilità alle persone con disabilità di vincere le resistenze dei condomini a rendere accessibili le parti comuni degli edifici”. L’esponente dell’associazione termina con una richiesta: “Ci appelliamo, dunque, ai gruppi parlamentari affinché la conversione in legge del decreto (ora in discussione alla Camera, ndr) eviti di vedere equiparati in questo modo insensato e irrazionale, agli altri bonus e superbonus, quelli in vigore sull’eliminazione delle barriere”.

A rimarcare al Fatto.it la necessità di proseguire con l’attivazione del bonus è anche il presidente di Anmic e Fand Nazaro Pagano. “Siamo convinti che debba essere riconfermato ed escluso dai provvedimenti del governo relativi al 110%. Questa normativa non riguarda le eventuali irregolarità o abusi rilevati nei lavori edilizi per il 110%, ma è rivolta invece ad una fascia specifica della popolazione, cioè a quelle persone fragili che, senza tale agevolazione economica, rischiano di non potersi più permettere lavori di adeguamento per l’accessibilità e la mobilità nelle loro case”. Un provvedimento dunque, secondo Pagano, “utile e ‘mirato’, con costi oltretutto ridotti, di gran lunga inferiori rispetto alle spese necessarie per sostenere lavori edilizi più generalizzati. Un provvedimento – conclude – che avrebbe però una grande rilevanza sociale, un vero investimento nello sviluppo civile di questo paese”.

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