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Ultimo aggiornamento: 17:02 del 27 Febbraio 2023

Crotone, Travaglio a La7: “Nota di Piantedosi? Ho sempre detto che questi non sono fascisti ma così mettono a dura prova la mia convinzione”

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“Io ho sempre sostenuto che questi non sono fascisti e che l’unico nero che conoscono non è la camicia nera ma i pagamenti in nero, visto che hanno fatto 12 condoni nella legge finanziaria. Però ogni giorno mettono a dura prova questa mia convinzione. Se non si può andare più in tv a dire una cosa vera e si viene minacciati in diretta, stiamo scherzando o parliamo sul serio? “. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che intervenendo a Tagadà (La7) per presentare il suo ultimo libro, Scemi di guerra (Paper First), commenta l’intervento a gamba tesa del Viminale durante la diretta della trasmissione Non è l’arena.

E aggiunge: “Certamente ogni volta che apre bocca Piantedosi, perde un’occasione per stare zitto. Il medico poliziotto di Crotone, Orlando Amodeo, ieri sera da Giletti parlava di missioni reali di salvataggio. Quando l’avvocatura dello Stato scoprirà che 7 anni fa sono uscite motovedette per andare a salvare migranti col mare forza 7, probabilmente sconsiglierà a Piantedosi di fare causa – continua – a chi ha detto la verità e magari lo inviterà a informarsi prima e a dire la verità, visto che un ministro che mente non è proprio l’ideale. Anche questa cosa di minacciare continuamente e di scatenare l’avvocatura dello Stato, come è già successo con l’altro ministro Valditara che ha annunciato di valutare provvedimenti contro la preside del liceo Michelangiolo di Firenze: ma stiamo scherzando?”.

Travaglio commenta anche le dichiarazioni rese oggi dal ministro dell’Interno, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano lumi sul naufragio di Crotone (“La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”).
“Quelle sono altre parole in libertà – osserva il direttore del Fatto – In realtà, è proprio la disperazione l’unica ragione per cui uno si mette in viaggio non su una nave da crociera, ma su un barchino pericolante. A ogni tragedia non si può continuare a gridare all’Europa o a dire che i migranti sono spericolati che invece di farsi una crociera scelgono la nave sbagliata. Ma dico, questo non è nemmeno un politico appena arrivato. È un prefetto. Ma come scegliamo i prefetti?

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