The show must go on. Lo spettacolo deve continuare. E questo nonostante il teatro abbia bisogno di cure. Siamo a Siracusa dove il famoso teatro greco, scavato nella roccia più di duemila anni fa, è “malato“: potrebbe addirittura rischiare di sbriciolarsi. Per questo andrebbe sottoposto a studi specifici e preservato per evitare di aggravare il suo stato di salute. Ma la scultura, che i greci hanno lasciato alla città aretusea e al patrimonio mondiale, fa sempre più gola all’industria dello spettacolo. Per questo motivo, oltre alle rappresentazioni classiche organizzate annualmente dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico (Inda), la Regione Sicilia ha autorizzato una decina di concerti con artisti internazionali, tra cui Zucchero, Giorgia, Venditti-De Gregori, Biagio Antonacci, Negramaro e Il Volo. Eventi che hanno aperto un dibattito sull’utilizzo del teatro, spingendo intellettuali, studiosi, archeologi e docenti a chiedere alla Regione di frenare gli spettacoli.

Il teatro è malato – “A differenza di tutti gli altri siti o location utilizzati in Italia per concerti, il teatro greco di Siracusa è una scultura scavata nel V secolo sulla roccia del colle Temenite. Un monumento che ha 2500 anni. La roccia di cui è composto ha problemi di erosione ed fratturazione, che lo consumano e ne riducono la forma”, spiega a ilfattoquotidiano.it Antonello Mamo, direttore Parco archeologico Neapolis in cui ricade il teatro. Considerato il maggiore esempio dell’architettura teatrale dell’occidente greco, il monumento ha una forma semicircolare e con il diametro di oltre 138 metri, composta da 67 ordini di gradini divisi in nove settori. “È scavato in una pietra tenera, molto porosa, con caratteristiche fisico-meccaniche deboli, che non conosciamo sufficientemente bene. Manca uno studio sulla portata massima della struttura, non sappiamo quanto carico può supportare il teatro con le macchine e attrezzature sceniche. C’è il rischio che alcune parti si possano fratturare o spezzare”, spiega Lorenzo Lazzarini, docente ordinario di petrografia applicata all’Università di Venezia.

Spettacoli oltre l’Inda – Da 99 anni il teatro di Siracusa ospita le rappresentazioni classiche, organizzate dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico (Inda), arrivate alla 58esima edizione. Alcune settimane fa, docenti, studiosi e archeologi hanno firmato un documento indirizzato al governatore Renato Schifani chiedendo una “strategia di risanamento per il teatro” e scelte più oculate sugli spettacoli. Alla Procura di Siracusa è giunto anche l’esposto dell’architetto aretuseo Giuseppe Patti che chiede di verificare gli “atti amministrativi per il rilascio” delle autorizzazioni. Il sindaco Francesco Italia, di Azione, prova a gettare acqua sul fuoco: “La querelle vera a Siracusa è tra chi sostiene che al teatro si possa fare solo la musica classica e l’opera, e chi come me preferisce un concerto di Zucchero a un’opera lirica mediocre. Il discrimine non è il tipo di spettacolo, ma la qualità”.

La Regione autorizza – Da qualche tempo, infatti, sono sempre di più gli artisti che chiedono di usare il teatro per concerti e spettacoli diversi dalle rappresentazioni classiche. A vagliare le domande è la commissione regionale Anfiteatro Sicilia, formata nel 2019 dagli assessorati al Turismo e ai Beni Culturali. “Su Siracusa c’è stata massima attenzione e cautela, ad ottobre 2022 il dottore Mamo ha evidenziato delle criticità e per questo abbiamo deciso di fermarci in attesa di accertamenti”, dice Angela Scaduto, presidente della commissione. Mamo, però, fa una ricostruzione diversa: “L’utilizzo del teatro è una questione politica che esula dalle competenze del direttore del parco, noi siamo stati interpellati ma il nostro è un voto consultivo e non dispositivo, tecnicamente se dico di no, la commissione ci può passare sopra”. E spesso la commissione ci passa sopra. “Ho sempre cercato di porre un margine agli spettacoli, abbiamo espresso le nostre criticità e la commissione ci ha ascoltato – aggiunge Mamo -. Abbiamo ottenuto che venisse fatta una campagna di indagini avanzata, per configurare i fattori di degrado. Ma non sono esami che si fanno in due giorni. La stagione di quest’anno è stata autorizzata, mi auguro che per l’anno prossimo avremo degli strumenti scientifici per decidere”. Dopo le iniziali perplessità del direttore del parco archeologico, dunque, la commissione ha sospeso temporaneamente i lavori sulla valutazione delle richieste, per poi riprenderle solo successivamente. “Gli approfondimenti si sono conclusi con una nota del 28 ottobre, firmata dal dirigente generale del dipartimento dell’assessorato dei beni culturali pro tempore, in cui si metteva in evidenza l’esigenza di ulteriori accertamenti sullo stato del bene, ma nelle conclusioni non riteneva opportuno sospendere, in attesa di questi esiti, l’assegnazione dei concerti. Tenendo conto del parere del direttore Mamo e dei Beni culturali, abbiamo approvato un numero limitato di spettacoli, sono dieci artisti, più alcune repliche. Sono pervenute altre richieste, ma non saranno prese in considerazione”, precisa la presidente Scaduto. “È partita una campagna di indagine sul teatro utilizzando le moderne tecnologie e i migliori professionisti del settore. Sono stati ridotti il numero degli spettacoli, più contenuti rispetto al passato, proprio in attesa dei risultati”, si giustifica invece Francesco Paolo Scarpinato, assessore regionale ai beni culturali.

Concerti tranquilli – Il problema di fondo è che non sappiamo scientificamente quali siano le condizioni del teatro, e i dati non arriveranno prima che inizino le rappresentazioni classiche, né i concerti. Dal Ministero della Cultura fanno sapere che “allo stato attuale, all’ufficio Unesco, non risultano criticità in atto”, ma qualsiasi decisione è demandata alla Regione Sicilia. “Gli spettacoli Inda sono visti per il 30% da scolaresche, e i concerti sono di livello internazionale, destinati ad un pubblico adulti. Tra l’altro gli artisti che si esibiscono riducono strumentazione e scenografia su indicazione della soprintendenza, l’edizione scorsa hanno chiesto al pubblico di non ballare sul posto”, spiega il sindaco Italia. “Sono in calendario spettacoli tranquilli, come Il Volo, ci posso andare anche io che ormai ho una certa età”, scherza l’assessore Scarpinato.

La copertura in legno – Parte della querelle sull’uso del teatro è legata alla copertura che ogni anno viene montata sulla struttura. “Pur essendoci la protezione di legno con i cuscinetti di sabbia, non posso escludere che questi eventi ripetuti nel tempo, centinaia di volte, possano recare danni – spiega Mamo -. Un conto è utilizzare il teatro un mese e mezzo per le tragedie greche, un altro è estendere per altri due mesi la campagna di utilizzo e aggravare il carico antropico sul monumento”. Dello stesso avviso il professor Lazzarini: “La copertura lignea salvaguarda un po’ il teatro, ma è anch’esso pesante e non è la soluzione migliore, si dovrebbe studiare qualcosa di più leggero, più facile da collocare e smontare, per evitare possibili danni meccanici”. Il sindaco Italia non è d’accordo: “È una polemica priva di logica perché la struttura è la stessa utilizzata dall’Inda. Gli spettacoli teatrali sono circa 40-50, negli anni di punta abbiamo fatto 160-170 mila spettatori, i concerti 10-12. Se la copertura va bene per le tragedie non capisco perché non possa andare bene per i concerti”. A Siracusa lo spettacolo deve continuare.

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